Ha risposto a tutte le domande del gip e dei pubblici ministeri, respingendo le accuse e annunciando le sue dimissioni irrevocabili da sindaco di Triggiano, l’ormai ex primo cittadino del Comune barese Antonio Donatelli, ai domiciliari dal 4 aprile scorso con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione elettorale. A riferirlo, al termine dell’interrogatorio di garanzia svolto oggi in Tribunale, è stato il suo avvocato Giuseppe Modesti.
“Donatelli è sereno – ha detto il legale – e ha chiesto al giudice l’autorizzazione per comunicare alle autorità comunali e prefettizie le sue irrevocabili dimissioni.Ha detto di avere una responsabilità morale e politica nei confronti della sua coalizione, per cui” se c’è il sospetto “che anche un solo voto sia inquinato, si dimette”. Donatelli, ha spiegato Modesti, “ha ammesso di conoscere Cataldo e Defrancesco ma non era a conoscenza” di eventuali illiceità né “ne ha avuto alcune percezione”. “Siamo fiduciosi – ha aggiunto – che verrà dimostrata la sua estraneità ai fatti”.
“Se ipoteticamente fossero stati comprati tutti i voti di tutte le liste che sono nel mirino delle investigazioni – ha concluso Modesti -, la coalizione di Donatelli avrebbe comunque vinto le elezioni” del 2021 dato “lo scarto talmente grande” con l’avversario. Ora è in corso l’interrogatorio di Alessandro Cataldo, fondatore del movimento politico Sud al centro e considerato il capo dell’associazione che avrebbe procacciato voti a pagamento in diverse tornate amministrative tra il 2019 e il 2021.