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Voto di scambio a Bari, c’è una terza indagine: 6 indagati per far eleggere una 19enne a Ceglie e Carbonara

10 Aprile 2024
– Autore: Redazione Quinto Potere
10 Aprile 2024
– Autore: Redazione Quinto Potere

“A Ceglie hanno risolto il problema, tu se non puoi andare a votare basta che tramite Whatsapp gli mandi la foto del documento di identità e tessera elettorale e votano loro al posto tuo e pensa che bello ti pagano anche 50 euro”. Da questo commento datato 2019, lasciato sotto un post di denuncia di una candidata della Lega al Municipio I, ha preso vita una terza indagine della Direzione distrettuale Antimafia sul voto di scambio avvenuto alle Comunali dello stesso anno di Bari.

Nel maggio 2019 chi ha scritto quel commento è stata ascoltata dagli inquirenti e ha fornito la propria versione dei fatti, dichiarando di aver ricevuto quel messaggio dalla madre di un bambino che frequentava la stessa scuola di suo figlio. Un invito a votare la lista Sud al Centro con la foto del  “santino” dove comparivano i nomi di Maurodinoia, Di Giorgio, Abbrescia e Barile. Con tanto di precisazione: “Se non puoi andare a votare, basta fornire la tessera elettorale e una copia del documento e sarebbero arrivati 50 euro”.

Il messaggio è stato inviato, secondo quanto riportato da La Gazzetta del Mezzogiorno, dalla compagna di un cugino dell’allora 19enne Alessia Abbrescia, candidata non eletta al IV Municipio nelle liste di Sud al Centro. Sono 6 le persone indagate: il padre della ragazza Alessandro, ritenuto l’ideatore del meccanismo, la madre, lo zio, la donna che ha mandato il messaggio Whatsapp e altri due intermediari. Le intercettazioni della Dda hanno permesso di ricostruire il modus operandi, tracciando anche alcuni pagamenti avvenuti nel comitato elettorale di Ceglie. Due settimane dopo sono state effettuate alcune perquisizioni con la Digos che ha recuperato le liste dei votanti facendo emergere esattamente lo stesso sistema utilizzato nelle elezioni di Triggiano e Grumo e in quelle per il primo Municipio di Madonnella-Japigia che ha coinvolto il candidato De Giosa.

“La pianificazione di tale progetto criminoso, predisposto all’interno del comitato elettorale muoveva necessariamente da un’attività propedeutica di censimento e registrazione degli elettori. Il censimento degli elettori avveniva mediante un conteggio dei cosiddetti pacchetti di voti procacciati mediante l’intermediazione di altri singoli soggetti”, si legge nell’informativa della Digos.

“Ho pagato 18.900. sono avanzati 1.100 euro, di quei 1.100 devo pagare 600 il locale mi sono avanzate 500 e qualche altra chiacchiera”, diceva Alessandro Abbrescia che tira poi in mezzo Alessandro Cataldo. “E Sandrino lo sa perché lo conosco prima di te al 2009 la Maurodinoia non era niente è uscita grazie ai 500 voti che gli ho fatto prendere a Ceglie e 500 voti li devi pagare a me io devo dare i soldi alle persone”, le sue parole intercettate.