Emergono nuovi dettagli in merito all’inchiesta in cui è coinvolto l’ex assessore regionale Alfonso Pisicchio e suo fratello Enzo. Il 1° luglio scorso, nell’abitazione di quest’ultimo, la Guardia di Finanza trovò 65mila euro in contanti nascosti in una busta dei rifiuti situata sul balcone della cucina e una serie di fatture della Bv Tech, azienda che aveva ottenuto dalla Regione un finanziamento da 18 milioni di euro, ottenendo l’erogazione di metà della somma con una fideiussione falsa. Secondo la tesi della Procura, Enzo Pisicchio percepiva soldi dall’azienda in cambio di aiuto con gli appalti pubblici.
“Denaro che sarebbe arrivato nella disponibilità di Enzo Pisicchio attraverso un sistema di fatturazione di operazioni inesistenti tra la Progesi Spa (del gruppo Bv-Tech) e la Plus Innovation”. La Finanza ha anche acceso i riflettori sui 18mila euro spesi per l’assunzione nella Plus Innovation della figlia di Enzo, Rebecca Pisicchio, gli oltre 1500 euro spesi per l’auto affidata alla stessa ragazza, gli 839 euro per un iPhone 11, un iPad da 359 euro e i mobili della cucina per un valore di 14mila euro. “Gli elementi emersi dalle intercettazioni telefoniche e i dati informatici acquisiti dagli apparecchi hanno permesso di apprendete che Enzo Pisicchio ha chiesto esplicitamente al Riefoli di dare un cellulare a sua figlia Rebecca, specificandone la marca e il modello”, si legge su La Gazzetta del Mezzogiorno.
“Nonostante il tentativo degli indagati di far apparire (attraverso la documentazione contabile, artatamente predisposta) che la parte del mobilio pagata dal Riefoli fosse destinata alla sua società, le indagini hanno permesso di accertare che tutta la merce è stata trasportata e montata nell’abitazione di Enzo Pisicchio”, si legge nelle carte. L’imprenditore avrebbe pagato anche cene di famiglia e appuntamenti politici. “La successiva voce presente nel prospetto rinvenuto e sequestrato a Enzo Pisicchio è Ristorante Trifoglio e rappresenterebbe un’ulteriore utilità fornita dal Riefoli al Pisicchio. Si tratta di due eventi organizzati e festeggiati dalla famiglia Pisicchio presso l’Hotel Excelsior di Bari, gestito dalla società Trifoglio Rosso: un incontro politico tenuto da Alfonsino Pisicchio e la festa di laurea di Rebecca”, si legge ancora.
Uscite di soldi giustificate attraverso contratti di consulenza, “generici”, tra due aziende dello stesso imprenditore. “Perché ci vuole un interfaccia tra noi e quelli, eventuali vantaggi, chi ce li gira? Ce li danno quelli, direttamente? Eh? A chi chiediamo noi qualcosa di buono? Invece quello (Riefoli, ndr) si mette di mezzo e ti dice: questo a te, questo a… te, e non rompe, non dobbiamo far fatture, non dobbiamo inventarci giri strani”, le parole intercettate di Enzo Pisicchio.
Su questo punto, precisa il gip, i gravi indizi sono solo nei confronti di Enzo perché Alfonso Pisicchio poteva comunque non sapere che l’iniziativa politica dell’11 ottobre 2019 fosse stata pagata da Riefoli, mentre diverso è il discorso per l’appalto per la riscossione tributi del Comune, su cui la Procura ipotizza la turbativa d’asta e la corruzione sempre a favore delle società del Riefoli. Le assunzioni in questo caso, secondo quanto ricostruito dalla Procura, sarebbero servite per i fini elettorali di Alfonso Pisicchio.
“Alfonso poi è il solito. No! Metti quelli che dico io, non mettere nè Daniela, nè Sarah”, non glielo ho detto a… no perché dice: ‘Questi non portano voti, io ho bisogno di essere eletto!'”, le parole intercettate di Enzo Pisicchio in una conversazione con la figlia. “Mentre il Riefoli avrebbe dato avvio alle selezioni del personale da assumere nella Plus Innovation e nella Golem (e nelle altre imprese aggiudicatarie), i due frateIli, Enzo e Alfonsino, avrebbero iniziato a contattare gli aspiranti lavoratori per rendere noto il loro interessamento – si legge nelle carte -. Il modus operandi messo in atto dai fratelli Pisicchio evidenzia anche i loro ruoli, ben distinti: Alfonsino (ma in alcuni casi anche gli altri due fratelli Giuseppe e Francesco) ha proposto e deciso i candidati da far assumere, mentre Enzo, quale suo (loro) alter ego, si è sempre esposto chiamando o preavvisando i candidati”.