Cinquecento euro per ogni soffiata utile a compiere furti e informazioni finalizzate ad evitare di incappare nei controlli una volta messi a segno i colpi. Sono alcune delle circostanze contestate a due carabinieri in servizio alla Stazione e al Rafiomobile di Molfetta, nel Barese.
La storia è tenuta sotto il massimo riserbo per l’imbarazzo che crea all’Arma dei Carabinieri. Una storiaccia, che se accertata dall’attività processuale, minerebbe e non poco la fiducia della popolazione nei confronti dei tutori della legge. Un imbarazzo evidente al punto da aver fatto notificare a mano la richiesta di rinvio a giudizio ai 32 imputati.
Con decreto del 23.12.21, il Giudice per le indagini preliminari ha fissato l’udienza preliminare per il giorno 22 febbraio presso l’Aula della Corte d’Assise del Tribunale di Trani. La notizia è stata diffusa con una diretta Facebook dall’avvocato Vincenzo Zagami, all’estero ormai da diversi anni, ma originario di Molfetta. A beneficiare dei presunti “favori” dei carabinieri e almeno di un agente penitenziario sono stati numerosi pregiudicati.
Secondo quanto avrebbe accertato il Pubblico Ministero, il militare assegnato al Nucleo Radiomobile, per esempio, avrebbe ricevuto la somma di 500 euro in cambio di soffiate utili a mettere a segno furti in appartamenti o in attività commerciali. In altre circostanze, lo stesso militare avrebbe informato un pregiudicato in particolare e i suoi complici sugli orari e l’organizzazione del reparto di appartenenza in modo da poter sfuggire all’arresto.
Un altro militare, all’epoca dei fatti vice comandante della stazione, avrebbe invece chiesto al collega di aggiustare il verbale elevato ai danni di un altro pregiudicato in cambio di 3 caffè, a quanto pare equivalenti alla somma di 300 euro. Tra i fatti contestati a vario titolo c’è quello attribuito all’assistente capo della Polizia Penitenziaria in servizio nel carcere di Trani. L’uomo si sarebbe messo a disposizione di un detenuto per introdurre in carcere le sigarette. Fatto strano considerando che l’acquisto di sigarette è consentito all’interno delle case circondariali.
Il sospetto è che possa essere stato introdotto altro. Non solo. Alcuni degli imputati avrebbero minacciato il titolare di una nota gioielleria del centro di Bari affinché potessero acquistare a 17mila euro un orologio Rolex che in realtà di euro ne valeva 27mila.
Siamo certi che ognuna delle persone coinvolte saprà contribuire all’accertamento della verità. Ciò che appare strano è la mancanza di un provvedimento cautelativo dell’Arma nei confronti dei due militari in attesa della conclusione del processo. Per molto meno e nella stessa compagnia – lo ricordiamo – un carabiniere in servizio a Bitonto è stato trasferito dopo l’infamante e ingiusta accusa fatta con un video sui social da un individuo dalla dubbia moralità.