Michele D’Atri e Nicola Lella, rispettivamente ex sindaco ed ex assessore di Grumo, sono indagati con l’accusa di concussione in concorso. La vicenda risale al 2017 e riguarda il canile comunale. I due, secondo quanto contestato dalla Procura, avrebbero chiesto al gestore soldi per pagare fatture già scadute per il servizio di ricovero e mantenimento dei cani randagi accalappiati.
“Abusando il primo della sua qualità di sindaco avrebbero costretto l’imprenditore a consegnare loro la somma di 2.500 euro, mediante la minaccia consistita nel pretendere la somma di 10mila euro in due tranche e nella prospettazione, manifestata materialmente da Lella, in caso di mancata adesione, di bloccare i pagamenti di fatture già scadute relative al servizio di ricovero e mantenimento di cani randagi accalappiati nel territorio del Comune di Grumo”, la ricostruzione dell’accusa basata sulla denuncia della vittima e sulle intercettazioni telefoniche. D’Atri, assistito dall’avvocato La Scala, nell’interrogatorio ha respinto le accuse dopo aver ricevuto la notifica della chiusura delle indagini preliminari.
D’Atri e Lella sono indagati anche per corruzione elettorale. Il primo è coinvolto nella veste di portatore di voti nell’inchiesta sulle amministrative di Bari del 2019 in cui sono coinvolti anche Francesca Ferri, ex consigliera comunale di Bari, il compagno Filippo Dentamaro e Nicola Canonico, imprenditore e presidente del Foggia Calcio. Lella invece è stato arrestato con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione elettorale che avrebbe operato in occasione delle amministrative di Grumo Appula del 2020.