Una famiglia divisa a scegliere cosa sia meglio per lei, che continua a vivere di espedienti, a rubare, prostituirsi e rischiare la vita ogni santo giorno. Forse una parte dei problemi di Laura e di quelli che potrebbe causare agli altri risiede proprio in questa situazione.
Il padre, nominato amministratore di sostegno della figlia, teme per la sua vita e per le reazioni che potrebbe avere nei confronti delle ignare persone che incontra. Gli ultimi episodi in cui Laura è rimasta coinvolta non fanno altro che aumentare la preoccupazione.
Nonostante ai nostri microfoni avesse detto di non rubare più, la donna è stata sorpresa e denunciata per essersi impossessata di alcuni oggetti in un negozio di Bitonto. L’ennesimo episodio del genere. Pochi giorni fa invece, stando al racconto che ci viene fatto da chi la conosce bene, le sarebbe stata rubata una bicicletta, non prima di essere aggredita.
L’episodio più grave, però, è il pericolo scampato sulla linea ferroviaria adriatica. Laura attraversava i binari a nord di Bari nel momento del passaggio del Frecciarossa. Il convoglio l’ha mancata per un soffio, sfiorando la sua inseparabile compagna di viaggio.
Avevamo spento i riflettori, convinti anche dalla sua reazione e dall’invio di alcuni messaggi contenenti inviti perentori a non proseguire nel nostro intento. Alla luce di quanto successo, di quanto potrebbe succedere ancora e della comprensibile preoccupazione di una parte della sua famiglia, invochiamo di nuovo l’intervento delle istituzioni competenti.
Ci sono leggi da rispettare, ma allo stesso modo esistono strade possibili nel tentativo di tendere a Laura una mano concreta, evitando che possa cacciarsi nei guai, magari – sempre fosse vero – che ceda alla proposta di matrimonio di un presunto camionista conosciuto chissà dove e in quali circostanza.
Davvero non c’è niente da fare? Davvero nell’epoca delle crociate contro il maltrattamento delle donne si deve assistere impotenti a una simile situazione? Davvero, in casi come questi, la volontà di curarsi spetta solo al soggetto evidentemente confuso?
Siamo andati a trovare Laura nel suo “rifugio”, il deposito offertogli da un cittadino barese al cui interno – secondo una testimonianza che abbiamo raccolto – ci sarebbe una parte della refurtiva che la donna avrebbe accumulato durante le sue scorribande. Dal canto nostro restiamo a disposizione di Laura stessa, dei familiari convinti che non bisogna stravolgere lo status quo e di chiunque altro potesse chiarire quanto documentato, denunciato e raccolto in questi mesi.