Nella giornata di ieri, i poliziotti del Commissariato di PS di Bitonto hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Tribunale di Bari su richiesta della locale Procura della Repubblica, a carico di due persone, entrambe originarie di Bitonto.
Con la doverosa premessa che si tratta di accertamenti compiuti nella fase delle indagini preliminari, che necessitano della successiva verifica processuale nel contraddittorio con la difesa, i due sono ritenuti presunti responsabili dei reati di estorsione e danneggiamento in concorso, con l’aggravante dell’utilizzo del metodo mafioso, consumati ai danni di alcuni imprenditori agricoli del settore oleario. L’attività investigativa è stata avviata a seguito delle denunce presentate da alcuni proprietari agricoli che da alcuni anni, ed in particolar modo nel periodo che ha preceduto l’ultima campagna olearia, avrebbero subito danneggiamenti agli alberi ed alle piante presenti sui propri terreni, senza tuttavia fare mai riferimento ad episodi di natura estorsiva.
Da un’attenta e capillare attività investigativa condotta dalla Polizia di Stato, sarebbe emersa l’esistenza di un sistema di richieste estorsive e di taglieggiamento ai danni degli imprenditori agricoli, realizzati dalle guardie campestri nel corso degli anni: gli agricoltori sarebbero stati obbligati a versare reiterate somme di denaro agli aguzzini per evitare il danneggiamento degli uliveti; inoltre, consapevoli del fatto che le due guardie campestri tratte in arresto vantavano legami con personaggi gravitanti nella sfera criminale locale, avrebbero subito la forza intimidatrice della quale gli stessi arrestati si sarebbero avvalsi per commettere le azioni delittuose, inducendo le vittime a non denunciare.
Le due guardie campestri, deputate al controllo ed alla vigilanza dei terreni presenti nelle campagne di Bitonto, avrebbero anche omesso di denunciare alcuni episodi di danneggiamento di cui avrebbero avuto notizia nel corso della loro attività lavorativa, giungendo addirittura a favorire persone dedite alla commissione di furti di olive e di veicoli, perpetrati all’interno dei terreni che gli stessi avrebbero dovuto vigilare. In caso di mancato soddisfacimento della richiesta estorsiva, inoltre, avrebbero danneggiato platealmente gli alberi, utilizzando delle motoseghe, come “risposta sanzionatoria” e “messaggio da monito a tutti gli altri agricoltori”. Dopo gli adempimenti di rito, i due arrestati sono stati ristretti presso la Casa Circondariale di Bari, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. È importante precisare che gli accertamenti investigativi sono nella fase delle indagini preliminari, in attesa di essere sottoposti al vaglio giurisdizionale durante il processo, nel contraddittorio con la difesa.