Steven Parpanesi, 26enne milanese residente da tempo a Brindisi, dopo aver pagato di tasca propria con 2500 euro il funerale di Clelia Ditano, la 25enne tragicamente morta a Fasano precipitando nel vano ascensore dal quarto piano, rilancia. È disposto a cedere il suo posto di lavoro come tecnico manutentore presso una Rsa di Mesagne al papà della giovane vittima. Giuseppe Ditano è un ex falegname e non ha un’entrata fissa al mese. Steven si dedicherebbe invece al suo secondo lavoro, quello di tatuatore. Il 26enne non conosceva la vittima, ma sua sorella Kimberly ha perso la vita 4 anni fa, all’età di 19 anni. Ha deciso di farla finita gettandosi dal sesto piano.
“La Rsa di Mesagne per cui lavoro si occupa di anziani e di giovani problematici. Loro hanno anche una ditta ad Ostuni. Ho pensato di farmi licenziare immediatamente. Visto tutto quello che è successo credo che abbandonare i genitori in un dolore del genere può comportare solo danni. Abitando al quarto piano…se non hanno il pensiero occupato da altro. Io ho occupato il pensiero in questo modo, con il lavoro. Per questo ho pensato di far inserire il padre in una delle strutture. Mi sento di farlo – le parole riportate da La Repubblica -. Mi sono fatto accompagnare a casa loro da due amici di Fasano. Quando sono salito il padre mi guardava freddo, non capivo. Poi tutto in una volta è scoppiato a piangere e l’ho abbracciato. La madre invece era assente, guardava in aria. Ci vorrà del tempo, avranno bisogno di supporto psicologico, affetto ed un aiuto economico. Lo strazio è enorme: perdere l’unica figlia significa perdere la ragione di vita. Lo so che uno può pensare: ma tu con la famiglia che c’entri? Io queste domande me le sono poste, ma mi sono risposto che devo fare quello che sento di fare. Loro, secondo me, vanno aiutati. Dobbiamo immedesimarci in una famiglia senza niente e senza nessuno, avevano un’unica figlia, sono senza stipendio. Dare uno stipendio significa garantire la possibilità di fare la spesa la mattina senza dovere sperare di riuscirci. Per questo vorrei lanciare un appello anche a Fasano: qualcuno faccia qualcosa per questa povera gente, non abbandoniamoli nel dolore”.