Geniale, poco scontato e sempre attuale. Ieri sera Checco Zalone ha infiammato la seconda serata del festival di Sanremo toccando temi purtroppo ancora delicati attraverso il pensiero dell’italiano. Una comicità che lo contraddistingue e che mai stancherà.
Se la prima canzone ha fatto sollevare diverse polemiche, toccando un tema caldo come l’omofobia, e dividendo il pubblico tra favorevoli e contrari, le altre due sono state le classiche ballate alla Checco Zalone che strappano un sorriso anche se raccontano la realtà più cruda.
Poco Ricco cantata dal trapper Ragadi ha mostrato il mondo dei teenager di oggi … attratti dallo sfarzo ma maledettamente frustrati per non riuscite a comprare il vestito alla moda. L apice lo si è avuto con il cugino virologo di Albano direttamente da Cellino San Marco. La canzone dedicata alla pandemia è stata una genialata di quelle mai viste. Il cantante di Capurso, infatti, si chiede che fine faranno i virologi quando il coronavirus non farà più paura. Il tutto con un contorno prelibato quale 4 dei virologi più famosi, tra cui il nostro Pier Luigi Lopalco, nelle vesti dei Queen in Bohemian Rhapsody.
Una ospitata azzeccatissima per Amadeus. Per alcuni Checco è sembrato sempre lo stesso, incapace di uscire dal personaggio dell’italiano medio che esplicitamente parla di temi delicati. Ma perché cambiare se quello è il suo punto di forza? Una comicità ineguagliabile che attrae tutti. Se fosse stato in gara le sue canzoni avrebbero vinto a mani basse.