Skip to content

Bari, fogliame scaricato in campagna e bruciato: denunciato titolare di un frantoio

3 Febbraio 2022
– Autore: Eleonora Francklin
3 Febbraio 2022
– Autore: Eleonora Francklin

Continua l’attività di controllo della Polizia Locale di Bari per la prevenzione ed il contrasto al degrado ambientale.
Le indagini, concluse ieri mattina, erano iniziate lo scorso 23 dicembre quando una pattuglia era intervenuta in agro di Santo Spirito, dove in un suolo privato erano stati incendiati ingenti cumuli di fogliame di scarto ed erano intervenuti i Vigili del Fuoco per spegnere i roghi.

Al termine delle indagini la Polizia Locale ha accertato la provenienza dei rifiuti depositati su un fondo di circa 15mila mq, ma cumulati su una superficie complessiva di circa 1.300 mq, rinvenienti dalla defogliazione di rami di olive conferite ad un frantoio con sede in una città confinante.

Il residuo della lavorazione poteva invece essere recuperato e destinato al reimpiego come previsto dall’art.184 bis del Testo Unico Ambientale (d.lgs.152/06) anziché scaricato abusivamente in luogo diverso dal luogo di produzione o lavorazione, finendo per costituire una vera discarica abusiva con pericolo anche per l’ambiente, in particolare anche in caso di combustione. Denunciato per il reato di discarica abusiva ex art.256 bis comma 3 del T.U.A. il legale rappresentante di un frantoio ubicato fuori città.

Chiunque realizza una discarica non autorizzata è punito con la pena dell’arresto da sei mesi a due anni e con l’ammenda da duemilaseicento euro a ventiseimila euro. Si applica la pena dell’arresto da uno a tre anni e dell’ammenda da euro 5.200 a euro 52mila se la discarica è destinata, anche in parte, allo smaltimento di rifiuti pericolosi. Alla sentenza di condanna o alla sentenza emessa ai sensi dell’articolo 444 del codice di procedura penale (patteggiamento), consegue la confisca dell’area sulla quale è realizzata la discarica abusiva se di proprietà dell’autore o del compartecipe al reato, fatti salvi gli obblighi di bonifica o di ripristino dello stato dei luoghi.
L’area, sottoposta a sequestro giudiziario e a disposizione dell’Autorità Giudiziaria, è risultata di proprietà di soggetti diversi, ma comunque consenzienti e consapevoli delle attività di sversamento.

Galleria