La Corte di Cassazione, nella giornata di ieri, ha annullato la condanna per peculato aggravato nei confronti di un giovane finanziere barese A.S., all’epoca dei fatti in servizio al Comando Gruppo di Fermo, accusato di peculato aggravato e concussione per essersi appropriato di borse e altro materiale di pellame, senza redigere relativo verbale, a danno di un cittadino extracomunitario.
La Suprema Corte, accogliendo il ricorso del militare, difeso dall’Avvocato Antonio La Scala, ha accertato la correttezza di quanto eccepito dal difensore nei motivi di impugnazione. In particolar modo, la difesa ha evidenziato e dimostrato come l’autovettura utilizzata secondo l’accusa, ossia un’Alfa senza i colori istituzionali della Gdf, dal militare il giorno in cui sarebbe avvenuto il presunto reato (consistito nell’aver fatto salire a bordo l’extracomunitario sequestrandogli tutte le borse, senza redigere relativo verbale), in realtà in quel medesimo giorno e nella stessa fascia oraria era stata adoperata da un’altra pattuglia, da un altro equipaggio e in un’altra località.
Pertanto, il militare imputato non avrebbe mai potuto essere nel luogo dove si presume esser avvenuto il reato in quel determinato giorno. Il militare per i medesimi fatti era stato imputato anche del più grave reato di concussione per il quale già in appello aveva ottenuto la piena assoluzione perché il fatto non sussiste.