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Dal Comune di Bari via libera al whistleblowing: un canale interno e anonimo per segnalare atti illeciti a lavoro

30 Ottobre 2024
– Autore: Raffaele Caruso
30 Ottobre 2024
– Autore: Raffaele Caruso

Su proposta dell’assessore ai Controlli, Legalità, Trasparenza e Antimafia sociale Nicola Grasso, la giunta comunale ha approvato ieri l’atto organizzativo riguardante le modalità e procedure per la presentazione, ricezione e gestione delle segnalazioni di presunti illeciti, cd. whistleblowing (art. 4 d. lgs. n.24 del 2023), attraverso un canale di segnalazione interna.

Il whistleblowing, istituto di derivazione anglosassone che prevede un regime di tutela del dipendente pubblico che segnali condotte illecite di cui sia venuto a conoscenza sul luogo di lavoro, è stato introdotto dalla legge anticorruzione del 2012. Nel Comune di Bari è stato attuato inizialmente tramite piattaforma di gestione delle segnalazioni e, successivamente, dal 2022, attraverso l’utilizzo del software gratuito Whistleblowing PA, che garantisce, grazie a strumenti di crittografia, la riservatezza dell’identità della persona segnalante, della persona coinvolta e della persona comunque menzionata, nonché del contenuto della segnalazione (e relativa documentazione).

Il citato decreto legge del 2023, che recepisce la relativa normativa europea richiede, secondo le linee guida ANAC, che l’amministrazione competente definisca in un apposito atto le procedure per il ricevimento e la gestione delle segnalazioni, con l’obiettivo di definire il ruolo e i compiti dei soggetti che gestiscono le segnalazioni e le modalità e i termini di conservazione dei dati.

“Sono molto soddisfatto dell’approvazione dell’atto organizzativo sul whistleblowing grazie al quale potremo consolidare la tutela di quanti, sul posto di lavoro, assistono a presunti atti illeciti e intendono testimoniare senza incorrere nel rischio di subire ritorsioni – osserva Nicola Grasso -. Con l’approvazione di ieri, definiamo la procedura di segnalazione, già introdotta nel Comune di Bari nel 2022, affidandone la gestione al responsabile per la prevenzione della corruzione e consentendo di segnalare anche in forma anonima. Così facendo, rafforziamo questo istituto che rappresenta un pilastro nella lotta alla corruzione e ai reati contro la Pubblica amministrazione. Il segnale che lanciamo è chiaro: il Comune di Bari è al fianco di chi denuncia e in prima linea contro ogni forma di illegalità”.

Nel dettaglio, l’atto organizzativo approvato dalla giunta comunale definisce che a gestire le segnalazioni sia il Responsabile per la prevenzione della corruzione (RPC), autorizzato al trattamento dei dati personali, attraverso la struttura comunale dedicata ai controlli interni.

Quanto alle modalità delle segnalazioni, possono essere inviate attraverso la compilazione di un questionario anche in forma anonima, nel qual caso saranno prese in carico e trattate alla stregua di quelle ordinarie.

La piattaforma tecnologica adottata, infatti, permette il dialogo, anche in forma anonima, tra il segnalante e il RPC. Nel momento dell’invio della segnalazione, il segnalante riceve un codice numerico di 16 cifre che deve conservare per accedere nuovamente alla segnalazione, verificare la risposta del RPC e dialogare rispondendo a eventuali richieste di chiarimenti o approfondimenti. La segnalazione può essere fatta da qualsiasi dispositivo digitale (pc, tablet, smartphone) sia dall’interno dell’ente sia dall’esterno.  La tutela dell’anonimato è garantita in ogni circostanza.

Il contenuto della segnalazione scritta dovrà essere circostanziato al fine di consentire al RPC le verifiche di competenza. In particolare, dovrebbe indicare/contenere: la tipologia di illecito; una descrizione sintetica dei fatti; una descrizione estesa dell’accaduto; il periodo in cui si è verificato l’illecito; il/i beneficiario/i interno/esterno all’ente dell’illecito; informazioni utili alla verifica della segnalazione; eventuali documenti a supporto della segnalazione.

Le segnalazioni e la relativa documentazione saranno conservate per il tempo necessario al trattamento della segnalazione e comunque non oltre cinque anni a decorrere dalla data della comunicazione dell’esito finale della procedura di segnalazione, nel rispetto degli obblighi di legge.