Un anno fa avevamo raccontato la storia di Daniela Fontana, una ragazza barese di 34 anni, da 8 impegnata nella lotta contro il tumore. La sua determinazione era d’esempio e la Lilt l’aveva voluta premiare riconoscendo nello scatto che la ritraeva con in mano un pugnale un’amazzone pronta a combattere il proprio nemico.
La condizione di Daniela nel frattempo è peggiorata, al punto da avere necessità di un’assistenza 24 ore su 24. Una situazione complicata, che ha reso indispensabile il trasferimento a casa di mamma e papà. Daniela contrasta il male con tutte le sue energie e con una costosissima terapia sperimentale, è la prima pugliese a testarla.
L’altra lotta è quella dei familiari contro la burocrazia. Sì, perché la giovane mamma ha bisogno dell’assistenza domiciliare integrata. Essendo stata trasferita da Triggiano a Bari, però, serve una residenza sanitaria temporanea. L’unico modo per accedere al prezioso servizio, utile anche per il lavaggio e la medicazione del catetere da cui le vengono somministrati i medicinali. Una lotta impari contro la burocrazia, le liste d’attesa, il trasporto. Dopo essersi visto alcune porte sbattute in faccia Antonio, il fratello di Daniela, ha minacciato alcuni operatori della Asl di Bari di chiamare i carabinieri nel caso in cui non avessero provveduto a risolvere l’intoppo che frenava l’accoglimento della domanda, rifiutata per ben tre volte.
“Non è possibile dover alzare la voce, rivendicare un diritto sacrosanto – spiega il fratello di Daniela – i malati oncologici non possono perdere tempo è una vergona senza fine, senza contare i soldi che spendono, i permessi al lavoro. Nessuno ti aiuta, abbiamo deciso di rendere pubblica la nostra incredibile storia soprattutto per le persone che non hanno voce”. Nel video la toccante testimonianza del padre e del fratello di Daniela, pronti a tutto pur di dare una chance all’amata Daniela.