Vi ricordate della storia che ha per protagonista l’Istituto Tumori Giovanni Paolo II di Bari, dove una paziente è morta a marzo 2020 durante una sperimentazione contro il tumore al pancreas? Torniamo ad occuparcene con l’avvocato Ilaria Gadaleta perché ci sono alcuni sviluppi a dir poco assurdi.
La sperimentazione, nonostante una relazione di un tecnico che confermò come il tumore al pancreas non c’era, fu bloccata nonostante le richieste dei pazienti che volevano sottoporsi alla cura.
“L’Aifa ci ha riscritto, è arrivata una diffida con una richiesta di pagamento di oltre 160mila euro, perché è venuto fuori che questo protocollo, per il quale l’Istituto ha ricevuto 91mila euro dal Ministero, non è stato mai autorizzato – racconta l’avvocato -. La domanda di autorizzazione avrebbe dovuto farla il promotore, cioè l’Istituto Oncologico a carattere scientifico. Ad oggi non sappiamo questi 91mila euro che fine abbiano fatto, se il protocollo viene sospeso vanno restituiti”.
Ma non finisce qui. “Sono stati individuati come responsabili di questa vicenda i dottori Gadaleta e Ranieri, ma entrambi non potevano fare la domanda di autorizzazione e neppure la scheda di sospensione in quanto non erano in contatto con l’Aifa – aggiunge -. I risultati della sperimentazione sono stati ottimi, ma è stata sospesa in virtù anche di quello che recentemente è successo”.
“Prima dell’arrivo della comunicazione dell’Aifa si è dimesso il presidente del Comitato etico, quell’organismo che doveva organizzare burocraticamente il tutto e che aveva bloccato la sperimentazione con il famoso parere dopo la morte della paziente – conclude -. La burocrazia ci ammazzerà tutti, è stato presentato intanto un esposto alla Procura della Repubblica ma presto anche uno alla Corte dei Conti per vederci chiaro su tutto”.