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Corruzione e frode, pregiudicati assunti per riciclare denaro sporco: la mano del clan all’interno della Siciliani Carni

18 Febbraio 2022
– Autore: Eleonora Francklin
18 Febbraio 2022
– Autore: Eleonora Francklin

Uomini del clan all’interno dello stabilimento Siciliani Carni di Palo del Colle. Dalle carte inerenti all’indagine della Guardia di Finanza e della Dia sono emerse assunzioni pilotate dal boss barese tra il 2003 e il 2018. Stando a quanto emerso dalla intercettazioni dei 938 lavoratori assunti tramite cooperative, in 447 avevano precedenti di polizia, di cui 73 erano stati arrestati, 206 denunciati per reati gravi, 80 condannati e 9 affiliati al clan Parisi di Japigia.

Stando alla ricostruzione della Dia e della Finanza, come si evince su Repubblica, nel settore della macellazione delle carni passavano milioni di euro da riciclare, venivano assunti o licenziati i pregiudicati, secondo un progetto che puntava a ripulire il denaro sporco.

Il management era assoggettato dal clan e Carlo Siciliani, patron dello stabilimento, era consapevole di chi fossero i nuovi assunti, secondo la gip Antonella Cafagna. Gli uomini del boss Parisi che imponevano le assunzioni nello stabilimento erano Emanuele Sicolo, Luigi Spinelli, Antonio Zefferino e Romeo Risoli.

Grazie alle testimonianze di alcuni collaboratori di giustizia si è scoperta la mano del clan Parisi all’interno dello stabilimento Siciliani Carni. Notato proprio dal fatto che vi erano dipendenti che non lavoravano ma non potevano essere licenziati.