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Olivieri in Tribunale: “Avevo un patto con Emiliano contro il centrodestra”. Emiliano attacca: “Ridicolo lo querelo”

12 Febbraio 2025
– Autore: Raffaele Caruso
12 Febbraio 2025
– Autore: Raffaele Caruso

In vista delle elezioni comunali di Bari del 2019, Giacomo Olivieri avrebbe stretto un progetto politico con il governatore pugliese Michele Emiliano per indebolire il centrodestra nelle primarie. Lo ha raccontato lo stesso Olivieri in tribunale a Bari, ascoltato nel processo che lo vede imputato (in abbreviato insieme ad altri 107) per scambio elettorale politico-mafioso ed estorsione. A riferirlo, gli avvocati che hanno assistito in udienza, a porte chiuse.

Il progetto, secondo quanto riferito, sarebbe consistito nel portare più voti possibili per Pasquale Di Rella, candidato poi vincente alle primarie del centrodestra, in modo da rendere più semplice la vittoria alle amministrative per il sindaco uscente Antonio Decaro, infine eletto con oltre il 66% dei voti. I candidati eletti nelle liste civiche che sostennero Di Rella, poi, sulla base di questo progetto sarebbero dovuti passare con il centrosinistra, come poi avvenne in alcuni casi. A farlo fu la stessa Maria Carmen Lorusso, moglie di Giacomo Olivieri.

Olivieri è stato arrestato lo scorso 26 febbraio nell’ambito dell’inchiesta di Dda e squadra mobile ‘Codice interno’: per l’accusa, avrebbe comprato i voti dei clan Parisi, Strisciuglio e Montani di Bari per favorire l’elezione della moglie al consiglio comunale. Anche Lorusso è imputata, ma è a dibattimento.
Olivieri ha ammesso di aver dato soldi, buoni pasto e buoni benzina ai suoi collaboratori della campagna elettorale (e per questo ha chiesto “scusa alla città di Bari”), ma ha detto anche di ignorare i legami con i clan mafiosi di alcuni di questi. In particolare di Tommaso Lovreglio, nipote del boss ‘Savinuccio’ Parisi del quartiere Japigia, e di Gaetano Strisciuglio e Bruna Montani, appartenenti alle omonime famiglie mafiose della città.

Arrivato q Bari dal carcere di Lanciano (Chieti) in cui è detenuto in regime di alta sicurezza, Olivieri ha anche parlato del ruolo delle aziende municipalizzate, che costituirebbero un grande “bacino” da cui attingere voti. Lo stesso Olivieri nel 2013 è stato il presidente della Multiservizi, l’azienda che si occupa della manutenzione del verde. Il sindaco all’epoca era Emiliano. L’ex consigliere regionale ha sottolineato come “tutti” ambissero al ruolo di dirigente delle municipalizzate.

L’interrogatorio di Olivieri è durato oltre cinque ore. “In una vicenda processuale che ha visto coinvolti politici, professionisti e lo stesso Comune di Bari – dichiarano gli avvocati Gaetano e Luca Castellaneta, difensori dell’imputato -, è arrivato il momento per l’avvocato Giacomo Olivieri di chiarire il ruolo di quei protagonisti che hanno veicolato le scelte amministrative degli ultimi 10 anni, senza alcun condizionamento o collusione di gruppi criminali”. Nella prossima udienza del 21 settembre è previsto l’esame di ‘Savinuccio’ Parisi.

“Vedo che il centrodestra barese continua a servirsi delle bugie di un criminale reo confesso che loro stessi hanno reclutato nella loro coalizione, dando credito ad una storiella ridicola, quella della trappola elettorale che fu costruita, invece, da Sisto e Dattis come è a tutti noto”. Lo afferma il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, in relazione ai commenti di esponenti del centrodestra alle dichiarazioni fatte in tribunale da Giacomo Olivieri, ex consigliere regionale arrestato e a processo con l’accusa di voto di scambio politico-mafioso, nell’ambito dell’inchiesta codice interno.

“Nel 2019 il centrodestra – aggiunge Emiliano in una nota – era convinto di vincere grazie alla candidatura di Pasquale Di Rella, che veniva dal Pd, sostenuta da Olivieri e Canonico e ricordo ancora che quando mi incontravano per strada mi dicevano che per Decaro era finita. Tutti immaginavano invece che a causa della loro incapacità il centrodestra avrebbe perso di nuovo le elezioni. È la stessa incapacità che gli ha fatto credere di poter convincere i baresi a fargli vincere le elezioni con la favoletta, poi finita nel nulla, dello scioglimento per mafia dell’amministrazione comunale di Antonio Decaro”.

“E adesso – conclude – ci riprovano utilizzando le parole inattendibili e false di un uomo disperato che sta affogando nella sua stessa ignominia. Querelerò Olivieri e tutti coloro che propaleranno come vere le sue calunnie”.