La Cassazione, a distanza di 11 anni dall’omicidio di Pietro Capone, ha accolto il ricorso della difesa dell’imprenditore 73enne Gaetano Scalese, annullando con rinvio la sentenza di condanna a 15 anni e 4 mesi di reclusione.
Secondo quanto sostenuto dall’accusa, Capone sarebbe stato ucciso da Scalese con due colpi di pistola a bruciapelo la sera del 10 marzo del 2014. La vittima, conosciuta in Paese come il “paladino della legalità” per le sue battaglie contro l’abusivismo edilizio, aveva denunciate diversi imprenditori e pubblici amministratori. Tra loro anche Scalese, reo secondo Capone di aver costruito un edificio sconfinante sulla sua proprietà.
Le immagini delle telecamere di videosorveglianza hanno ripreso l’auto usata dal killer, una Fiat Punto, secondo l’accusa di proprietà proprio di Scalese, ma non la scena del delitto direttamente. Le indagini sono andate avanti per anni, con l’utilizzo di consulenze tecniche sull’auto, ma anche sui tempi di percorrenza dei mezzi e dei video.
Scalese è finito in carcere nel giugno 2019 ed è ancora detenuto, nel ricorso presentato in Cassazione la difesa ha evidenziato una serie di questioni processuali. Si tornerà dunque in Appello per un nuovo verdetto.