Gens Nova, da sempre al fianco delle vittime, si è costituita parte civile nel processo penale che si è concluso con la conferma in Cassazione della sentenza della Corte d’Appello di Bari a carico di A. M. accusato di aver reiteratamente molestato la ex compagna M.P., sottoponendola ad un regime di vita persecutorio.
L’uomo era ossessionato dall’idea di voler ricucire il rapporto con la donna. Non mancava di seguirla e di appostarsi nei luoghi da lei frequentati, in particolare l’uomo si faceva trovare nei pressi del veicolo della donna impedendogli anche l’accesso, cercando di avere a tutti i costi la sua attenzione, anche con regali e bigliettini. In una delle missive l’uomo le ha scritto ”un gesto per ricordarti che ti voglio bene e che continuo a pensarti. Vorrei davvero che tu capissi che sei importante per me e ti considero ancora la mia ciccina”.
Non ha mancato di appostarsi fuori la scuola della nipotina della donna, attendendo che la stessa fosse sola per avvicinarla, la vittima ha persino cambiato utenza di cellulare per non ricevere sms e telefonate dal persecutore, ma egli con astuzia e per vie traverse, riusciva ad ottenere il nuovo numero, continuando ad imperversare nella sua condotta di stalker.
In uno degli svariati approcci, è entrato in un bar dove c’era la vittima, sussurrando nell’orecchio di quest’ultima: ”riferisci a chi sai, di non contattare mia figlia. Vaffanculo”, per poi allontanarsi e subito dopo inviandole un sms ”ricordati di quello che ti ho detto al bar e fallo entrare nella testa di chi sai. Non ho nient’altro da dirti a meno che non me ne diate il motivo”.
In seguito ha continuato a circolare nei pressi della fermata dell’autobus frequentata da A. M. costringendola a continui cambiamenti delle proprie abitudini.
“Una vera e propria persecuzione per la donna, oggetto di uno strano e morboso sentimento, che ha visto culminare questa triste vicenda con la sentenza definitiva della Cassazione Penale, Gens Nova – dichiara il presidente Antonio Maria La Scala – ha seguito passo dopo passo la vicenda, offrendo assistenza, sia giuridica che morale alla vittima, infatti oggi la donna, grazie all’Associazione, ha finalmente ripreso a vivere una vita normale, ribadendo un concetto: Ricordatevi che non siete sole”.