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Investe ciclista, scappa e lo lascia agonizzante sulla strada: medico di Acquaviva patteggia 2 anni e 5 mesi

14 Marzo 2025
– Autore: Raffaele Caruso
14 Marzo 2025
– Autore: Raffaele Caruso

Ha patteggiato due anni, cinque mesi e dieci giorni di reclusione, pena sospesa, per omicidio stradale e omissione di soccorso, Carlo Conversa, 78enne residente ad Acquaviva delle Fonti (BA), che nell’ottobre 2024 in località Seggio a Lucera investì a bordo di un suv Roberto Casiello, ciclista 61enne di Foggia.

Il Gip del Tribunale di Foggia, Michela Valente, ha accolto la richiesta di patteggiamento proposta in seguito all’accordo tra il Pm, Dominga L. Petrilli, e la difesa dell’imputato. Il Pm ha richiesto il giudizio immediato per l’uomo che si trova agli arresti domiciliari dal 30 ottobre scorso, misura che decade in seguito al patteggiamento. Il giudice ha anche disposto la revoca della patente di guida.

I familiari della vittima si sono affidati a Giesse Risarcimento Danni, gruppo nazionale specializzato nella gestione di incidenti stradali mortali con sede anche a San Severo.

L’incidente risale al 29 ottobre dello scorso anno, Roberto Casiello pedalava in sella alla sua Bianchi da corsa lungo la statale 17, usciva da Lucera ed era diretto verso Foggia. Alle sue spalle giungeva il suv Chevrolet Trax condotto da C.C. che tamponava violentemente il ciclista che lo precedeva lungo il lato destro della carreggiata rettilinea caricandolo sul cofano e scaraventandolo fuori della sede stradale. Intervenivano sul posto il 118 assieme al Nucleo Radiomobile dei Carabinieri di Lucera, ma i sanitari, trovando il corpo esanime di Roberto tra il guard-rail e la cunetta, non potevano fare altro che constatarne il decesso per le gravissime lesioni riportate. Nessuna traccia, invece, dell’investitore.

Sul luogo dell’incidente venivano trovati alcuni pezzi di carrozzeria che, prontamente fatti esaminare dagli inquirenti, venivano decretati compatibili con una Chevrolet modello Trax. Determinanti in fase di indagine sono state le immagini estrapolate dai filmati dalle telecamere di sorveglianza presenti nella zona che hanno permesso dalle forze dell’ordine di ricostruire meticolosamente il tragitto compiuto dall’auto e risalire alla targa del pirata della strada. Rintracciato il giorno seguente, l’uomo veniva arrestato e sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari.

“C.C. era pienamente consapevole di aver investito il ciclista, tanto che la mattina stessa telefonò ad un amico carrozziere dicendogli di avere urgenza di fargli visionare la propria auto incidentata e gli confidava di aver investito una persona – sottolinea Andrea Monaco, responsabile Giesse della sede di San Severo (FG) – Anche se si è reso conto di aver “urtato violentemente contro qualcosa”, come lui stesso ha dichiarato in fase di arresto ai Carabinieri, è scappato senza avvertire i soccorsi”.

L’Ing. Luca Ancora, consulente tecnico incaricato dal Pm per far luce sulla dinamica del sinistro ha attribuito la responsabilità esclusivamente a C.C., il quale non ha regolato la velocità in modo da conservare il controllo del suv e potersi arrestare in presenza di un ostacolo prevedibile come era il ciclista. Se egli avesse prestato maggiore attenzione alla guida, l’incidente non sarebbe successo.

“Roberto era un ciclista esperto, attento e meticoloso, ma la sua prudenza non è bastata a salvargli la vita – commenta addolorata la moglie Teresa Marasco – apprezzo l’enorme lavoro investigativo fatto dalla Procura che è riuscita a rintracciare in poche ore il responsabile, ma sapere che questi se la caverà con soli due anni, cinque mesi e dieci giorni di reclusione e la sospensione della pena, dopo che ha lasciato il mio Roberto esanime sul ciglio della strada senza prestargli soccorso nonostante fosse un medico, anche se in pensione, mi amareggia profondamente”.