La Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Bari ha effettuato questa mattina il sequestro preventivo di beni per oltre 1,1 milioni di euro, disposto dal GIP del Tribunale di Bari su richiesta della Procura della Repubblica. Il provvedimento è scattato nei confronti di una società e una persona fisica. Le accuse sono a vario titolo di truffa aggravata ai danni dello Stato, di autoriciclaggio e di illecito amministrativo degli enti.
Tutto ruota attorno all’illecita percezione di fondi pubblici erogati dalla Regione Puglia nell’ambito del programma PIA Turismo, finalizzato a sostenere la riqualificazione di strutture ricettive. I finanziamenti, legati al POR FESR 2007-2013, sarebbero stati ottenuti con false attestazioni per un intervento su una masseria situata nel Salento, destinata a diventare un hotel a quattro stelle.
Secondo gli inquirenti, due imprenditori (tra loro un 58enne di Bari) avrebbero presentato documentazione artefatta, tra cui dichiarazioni mendaci, assegni scoperti, finte riserve di patrimonio e rendicontazioni di lavori mai effettuati, per ottenere la prima tranche di finanziamento pubblico pari a 1.132.305 euro. Coinvolto anche un commercialista, che avrebbe facilitato la simulazione di pagamenti e l’accesso a un finanziamento bancario di 250.000 euro, usato per camuffare interventi mai eseguiti.
I tre indagati sono Vittorio Andidero, imprenditore edile 58enne di Bari, titolare della Modoni Building, Giancarlo Lucrezio, 67 anni, titolare di un’agenzia immobiliare, e Marco De Marco, 66 anni, commercialista, entrambi di Ugento.
Tra le irregolarità documentate anche la simulazione del completamento del 97,66% dei lavori, il falso raggiungimento delle soglie previste per ottenere la seconda tranche del contributo e il successivo utilizzo di una parte del finanziamento pubblico per finalità personali, tra cui l’acquisto di quote di fondi comuni e polizze vita, oltre al finanziamento di una seconda società collegata all’indagato. Nel mirino della Procura sono finite anche le due società coinvolte, indagate per responsabilità amministrativa degli enti derivante da reato, ai sensi del decreto legislativo 231 del 2001.
L’inchiesta si intreccia poi con una seconda in cui sono coinvolte sei persone fisiche, tra cui quattro imprenditori e due consulenti fiscali, accusati di bancarotta fraudolenta nell’ambito del fallimento di un gruppo societario barese operante nel settore immobiliare, tra cui figura anche la società beneficiaria dei fondi regionali.
Le condotte contestate coprono un arco temporale che va dal 2014 al 2022, e includono la falsa rappresentazione di bilanci, l’iscrizione fittizia di riserve patrimoniali, il mancato versamento di oltre 7 milioni di euro in tributi, nonché la distrazione di somme per circa 500.000 euro e il pagamento privilegiato di crediti per evitare richieste di fallimento.
Le Fiamme Gialle hanno inoltre notificato l’invito a comparire per interrogatorio a tre delle persone coinvolte, tra cui due imprenditori e un commercialista, in base alle nuove disposizioni del codice di procedura penale che rafforzano le garanzie difensive nella fase cautelare.
L’intera vicenda resta al vaglio della magistratura, con il procedimento attualmente fermo alla fase delle indagini preliminari. La colpevolezza degli indagati, come ricordano gli inquirenti, dovrà essere accertata nel contraddittorio processuale e nel pieno rispetto delle garanzie difensive.