Cacciato dall’hotel in cui soggiorna perché positivo al coronavirus. La disavventura di Alfonso inizia il 4 dicembre, giorno in cui scopre, tramite un test molecolare di routine, di essere positivo al Covid. Lo abbiamo raggiunto telefonicamente per farci raccontare cosa gli è capitato.
“Sono arrivato a Miami Beach il 29 novembre e, insieme ai miei colleghi, soggiornavo all’hotel Fontainebleau di Miami Beach, pagato sino a lunedì 6 dicembre. Il giorno 4 scopro di essere positivo al covid, nonostante sia vaccinato Pfizer. Chiamo la mia compagnia di viaggi che mi dice di chiamare l’assicurazione per far partire il sinistro. L’addetto dell’assicurazione mi dice di mandargli immediatamente copia del risultato positivo e di comunicare alla reception il mio stato di salute. Inizialmente si mostrano gentili, dicendomi che avrei potuto continuare a soggiornare nel loro albergo. Torno in camera e dopo alcune ore mi arriva una chiamata dove mi si intimava di lasciare l’albergo. Alle 22, nonostante l’assicurazione mi diceva che non ero tenuto a lasciare l’albergo data la mia positività, per quieto vivere decido di andarmene”.
“A causa della loro disorganizzazione in merito ai casi Covid sono rimasto per strada dalle 22.30 del 4 fino alle 16 del 5 dicembre. Io non sono esperto di leggi americane, ma so che un positivo al coronavirus dovrebbe stare chiuso in quarantena. Visto il trattamento che ho subito ho immediatamente avvisato la Farnesina e sono in contatto con l’Ambasciata Italiana. Appena tutto questo finirà approfondirò il tutto perché un’assicurazione viaggio non può non avere delle strutture dove mandare i positivi o più che altro avrebbero dovuto indirizzarmi verso un ospedale”.