Resta in carcere Giuseppe Manica, il 70enne barese accusato di tentato omicidio, aggravato dalla premeditazione, e lesioni personali per aver accoltellato il vicino, il 51enne Michele Esposito, la sera del 27 febbraio. Il gip del tribunale di Bari ha convalidato l’arresto e disposto la custodia cautelare in carcere, all’origine della violenta aggressione attriti per motivi condominiali. “Mi prendo le mie responsabilità , spero che muoia”, con queste parole il 70enne Giuseppe Manica ha ammesso nei giorni scorsi di aver accoltellato il vicino e non poteva fare diversamente dopo che i carabinieri hanno trovato sia l’arma che i vestiti indossati.
La vittima resta ricoverata nel reparto di chirurgia plastica del Policlinico di Bari, le sue condizioni restano gravi ma è fuori pericolo di vita. “Ho creduto che mio marito fosse morto. Ferma sulle scale, bloccata dai vicini che mi hanno impedito di vederlo mentre respirava appena, riverso in una pozza di sangue, udivo solo le imprecazioni del suo aggressore. Gli ho sentito dire ‘Io te lo avevo detto che ti avrei ammazzato’ ma Michele non rispondeva, non riuscivo a sentire la sua voce. Sono stati momenti terribili”, il racconto della moglie riportato da La Gazzetta del Mezzogiorno.
“Stiamo tirando un sospiro di sollievo ma i medici raccomandano prudenza. Andiamo avanti passo dopo passo. Sono ancora dentro questo incubo. Di solito io e mia figlia aspettiamo affacciati alla finestra che Michele rincasi dal suo giro serale con Oki, il nostro cane è un modo di stare vicini, di proteggerci, di vigilare l’uno sull’altro. Mercoledì sera, dopo le 10.30 siamo andati a letto un po’ prima, io e mia figlia eravamo molto stanche. Ero ancora sveglia quando ho sentito il tumulto, le grida venire dalle scale”, ha aggiunto.
“Ho pensato subito a Michele. Sono uscita di corsa e ho raggiunto i vicini ai piani superiori. Mi hanno fermato, implorandomi di non andare oltre e che Michele era stato aggredito – ha concluso -. Ho visto arrivare i carabinieri e gli ho implorati di fare presto. Mi hanno attraversato la mente mille pensieri. Ero terrorizzata e la paura che mio marito fosse morto mi ha paralizzato. Ho pregato, implorato la signora che vive al quinto piano e che aveva visto, di dirmi se Michele fosse ancora vivo. Lei non è riuscita a spiccicare parola tanto era impressionata”.