La direzione, il personale medico e amministrativo del Miulli sono partecipi del terribile dolore che ha colpito la famiglia e ci tengono a fornire alcuni necessari dettagli, utili a spiegare correttamente quanto è realmente avvenuto al fine di non indurre giudizi e impressioni fuorvianti nel lettore e nella pubblica opinione”. Inizia così la nota diramata dall’ospedale Miulli di Acquaviva sul caso della bimba nata a ottobre e ridotta a un vegetale. I suoi genitori hanno sporto denuncia e sul caso la Procura ha deciso di aprire una inchiesta.
“La madre in stato di gravidanza gemellare, pervenuta alla 27esima settimana di gestazione più 2 giorni, fu ricoverata in quanto affetta da manifestazione patologica che non consentiva il proseguimento della gravidanza. Il ricovero avvenne presso il Miulli anche al fine di garantire la sopravvivenza dei due neonati al momento della nascita, considerata la relativa prematurità alla luce degli standard organizzativi, tecnologici e igienico-sanitari del reparto di terapia intensiva neonatologica. L’obiettivo fu quello di assicurare le cure presso il reparto stesso, centro di alto profilo proprio negli studi internazionali sulle infezioni tardive che potevano riguardare il caso presentatosi. Avvenuto il parto, i due neonati furono dunque presi in carico presso la succitata Unità Operativa, ove fu risolto ogni problema legato alla prematurità. Successivamente si è però manifestata, a carico della neonata, una infezione batterica tardiva – si legge nella nota -. Tale infezione, oltre ad essere caratterizzata da una estrema rarità, può riconoscere diversi momenti eziologici (peraltro acclarati dal nostro sistema di sorveglianza sanitaria), escludendo quindi che si sia trattato di una infezione ospedaliera. Tutto ciò si è manifestato a circa due mesi dalla nascita ed ha vanificato l’efficacia di quelle cure che sono state compiutamente poste in essere al Miulli. La lamentata malattia così contratta è gravata da un’alta mortalità e morbilità, a fronte di un qualsivoglia corretto provvedimento terapeutico comunque prontamente attuato. Sarà assicurata pertanto la massima collaborazione con periti o per qualsivoglia tipo di accertamento, fiduciosi nella definizione della vicenda dal punto di vista sia scientifico che organizzativo e infettivologico”.
“Da sempre il Miulli, come Ospedale ed Ente Ecclesiastico pone il massimo della professionalità e delle cure all’universo della donna e dei bambini, distinguendosi a livello nazionale anche con 2 Bollini Rosa che sono stati rinnovati nel biennio 2022-2023 dalla Fondazione Onda, Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere. Nel solo 2022 sono stati ben 1908 i parti, con 1977 nascite e una mortalità dello 0,2%. Un risultato decisamente positivo, soprattutto se rapportato alla media italiana dello 0,21, tra le migliori d’Europa e del mondo. Al Miulli sono inoltre nati 49 bimbi con peso inferiore ai 1500 g ed un tasso di mortalità dell’8,2%, nettamente inferiore al dato internazionale del network Vermont Oxford che riporta a livello mondiale una mortalità superiore al 14%. Sono stati invece 18 i bambini nati con età gestazionale inferiore alle 28 settimane, il cui tasso di mortalità al Miulli è del 16.6%, di molto inferiore rispetto alla media nazionale del 30.1% – prosegue il Miulli -. Il nostro Ente ha inoltre implementato il Miulli Infezioni Target Zero, (MIT: ZERØ), un articolato programma che ha l’obiettivo di abbattere la trasmissione nosocomiale delle infezioni. La strategia MIT: ZERØ si fonda su 3 ambiti di intervento: la prevenzione della trasmissione delle infezioni, la sorveglianza attiva dei patogeni MDR e la razionalizzazione della terapia antibiotica. Per ognuno degli ambiti sono previste tipologie di azione diversificate: procedurale, formativo, tecnologico, di informatizzazione e di intelligenza artificiale. La Struttura Complessa di Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale del Miulli è costantemente impegnata in un’attività di formazione continua, è fornita di numerosi servizi ambulatoriali anche sul fronte del sostegno all’allattamento materno e, prima in tutta la Puglia, si è dotata di una Family Room per i neonati prematuri e le loro famiglie”.