Da tempo seguiamo la battaglia che mamma Rosanna sta portando avanti per conoscere ciò che ha spinto suo figlio, l’agente penitenziario Umberto Paolillo, a suicidarsi con la pistola di ordinanza. A seguire la battaglia di Rosanna è l’avvocato Laura Lieggi. “Il procedimento penale è arrivato in conclusione e a breve sapremo come continuerà, mentre per il procedimento amministrativo partiranno gli atti. Come sottolineato più volte da Rosanna, l’obiettivo non è quello di ottenere un risarcimento, perché se così fosse verrà devoluto fino all’ultimo centesimo, ma è quello di sollevare la problematica. Ogni giorno sono sempre più frequenti i suicidi in divisa e il nostro obiettivo è quello di avere un intervento del legislatore che possa trovare un intervento efficace affinché venga ripristinata la legalità in quelle sedi dove la legalità è di casa, sempre qual ora l’amministrazione ne sia colpevole”.
In questa settimana, inoltre, sono stati ascoltati gli ex colleghi di Umberto le cui versioni coincidono e che raccontato una vessazione continua nei confronti di Paolillo. “Purtroppo, al di là della gestione delle carceri, c’è un mal contento sulla gestione del rapporto tra colleghi. Dalla mia analisi ho percepito una sorta di insistenza sul fatto che Umberto potesse avere dei problemi psicologici. Infatti fu mandato prima dalla commissione medico ospedaliera, da cui ebbe esito negativo, e poi furono sollevati una serie di procedimenti disciplinari, poi archiviati, in cui si metteva in evidenza un comportamento anomalo di Umberto. Questo non ha fatto altro che peggiorare la sua situazione. Non voglio fare giudizi, sarà la magistratura a chiarire quanto è successo. Ma è certo che di questa situazione lui ne ha sofferto parecchio, come raccontato nelle sue lettere e a persone con cui si è sfogato”.