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Agente penitenziario suicida, l’amico avvocato: “Umberto non mentiva era maltrattato. Chi sa parli”

31 Gennaio 2022
– Autore: Raffaele Caruso
31 Gennaio 2022
– Autore: Raffaele Caruso

Torniamo ad occuparci della storia di Rosanna e di suo figlio Umberto, la guardia penitenziaria morta suicida lo scorso anno. Dopo l’ultimo straziante appello della mamma, abbiamo intervistato l’avvocato Antonio La Scala.

“Una mamma rimasta sola, che ha dato due figli allo Stato, il primo finanziere e morto giovanissimo a causa di un male, il secondo che si è sparato un colpo. A fare rabbia è il fatto che nessuno si fa avanti a dire qualcosa – spiega -. Non posso pensare che Umberto mentiva e inventava tutto, quello che mi colpiva sono sempre i dettagli. Non ho mai avuto il minimo dubbio di questo”.

“Ammettere qualche episodio successo anni fa non è più un reato, ma può aiutare a scoprire la verità – continua -. Umberto era esasperato. C’è tanta omertà, tanta indifferenza, tanto menefreghismo da parte di tutti, anche delle Istituzioni. Se ogni tanto c’è un po’ di polvere, bisogna aspirarla e non nasconderla sotto il tappeto. La Polizia Penitenziaria conduce un lavoro straordinario, ma diventerebbe più credibile e serio indagando su quanto accaduto. Se sapete qualcosa parlate con chi di dovere”.

“Siamo ancora nella fase dell’indagine preliminare, ci auguriamo che entro l’estate riusciamo ad avere una risposta dalla magistratura ordinaria – conclude -. Rosanna si è affidata anche ad un legale che si occupa del mobbing sul posto di lavoro, si valuterà poi il da farsi una volta acquisiti i documenti in sede penale”.