Il Sappe Puglia, il Sindacato Autonomo della Polizia Penitenziaria, ha voluto omaggiare per il secondo anno consecutivo Umberto Paolillo, agente e ispettore capo della polizia penitenziaria Barese che si è tolto la vita due anni e mezzo fa con la pistola d’ordinanza.
“Il malessere che si vive nelle carceri è un malessere già ampiamente visto dall’amministrazione penitenziaria, si sta cercando di formare dei consultori all’interno con psicologi per venire incontro alle esigenze dei poliziotti – afferma il segretario Pilagatti -. Questa situazione deve essere presa ancora di più in considerazione, siamo vicini alla mamma del collega Paolillo e alla sua battaglia. I numeri sono brutti, negli ultimi 20 anni più di 110 poliziotti penitenziari si sono tolti alla vita, la maggior parte per le condizioni lavorative. Purtroppo c’è anche paura di denunciare di situazioni gravi”.
Il 21 giugno per mamma Rosanna è una giornata molto importante, si capirà se il processo penale verrà completamente archiviato o verrà accolta la richiesta di opposizione all’archiviazione. “Non sappiamo ancora cosa sia successo a Umberto, tutti girano la testa, nonostante ci siano testimoni – afferma Rosanna Pesce -. Umberto non tornerà in vita, ma io sono la sua voce. Abbiamo fondato l’associazione ‘Diritto è Vita’ per aiutare le persone in difficoltà. Vivo malissimo questa situazione, prima di morire voglio vedere la fine di tutto questo. Era diventato invisibile, lo offendevano, non lo meritava. Costi quel che costi, io andrò avanti e mi dovranno dare una risposta”.