“Non c’è un’emergenza sicurezza a Bari”. Per il primo cittadino Antonio Decaro la città è sicura. Nonostante i tanti episodi che raccontiamo quotidianamente, Bari, per l’amministrazione comunale, è una città in cui poter camminare senza guardarsi le spalle.
Non è dello stesso avviso Federico, protagonista, insieme alla sorella, di un’aggressione consumata nel quartiere Torre a Mare, guarda caso rione in cui è cresciuto il primo cittadino, che va ad aggiungersi alle tante subite a causa della presenza dei parcheggiatori abusivi.
Nella lunga lettera, Federico, pubblicato sulla pagina Facebook del sindaco, racconta di come martedì scorso, lui e sua sorella, siano stati avvicinati da un parcheggiatore abusivo, di un’età compresa tra i 50 e i 60 anni, nel parcheggio affianco al ristorante Transatlantico. “Era accompagnato da un cane di grossa taglia e senza museruola. Si è avvicinato a noi e ci ha ordinato di spostare la macchina, perché doveva fare spazio ad un’altra auto. Essendo la nostra auto regolarmente parcheggiata in modo corretto, senza quindi occupare due posti o altro, ci siamo rifiutati”.
“L’individuo ha insistito, continuando a seguirci mentre cercavamo di raggiungere la piazza, ed è passato dopo pochi istanti a insulti e, peggio ancora, minacce di morte. Il grand’uomo continuava a far avanzare il cane, che iniziava ad agitarsi e abbaiare, vista l’atmosfera, verso di noi, e gli ho quindi intimato di smettere di seguirci, altrimenti avrei chiamato un numero di emergenza. Specifico che eravamo ormai lontani dal parcheggio, ma l’uomo continuava a seguirci”.
“Nel momento in cui ho portato il telefono all’orecchio, ha alzato il passo e mi ha nuovamente minacciato di morte, intimandomi di non chiamare nessuno e quindi sguinzagliando il cane contro di noi e dicendo, in dialetto barese “Infame, non chiamare nessuno che ti uccido”. Il cane ha fatto un balzo su mia sorella, che fortunatamente ha subito solo un paio di graffi superficiali causati dalle zampe dell’animale”.
“Siamo riusciti ad allontanarci dall’individuo e dal suo cane e chiamare il 112 solo grazie a un gruppo di giovani donne con i loro figli, che ringrazio, di cuore, per il loro coraggio, che hanno praticamente circondato il soggetto difronte alla pro loco, gridandogli di smetterla, e permettendoci di raggiungere la piazza. Purtroppo, all’arrivo delle forze dell’ordine, l’aggressore si era ormai dileguato, e non c’è stato quindi modo di identificarlo”.
“Da riflettere su una delle frasi che ci ha rivolto: “Io sto qui da trent’anni”. Chissà, se nessuno fosse intervenuto, come sarebbe andata a finire. Più che altro per la presenza dell’enorme cane del personaggio in questione, che già aveva iniziato ad attaccare. Le chiedo se può, ancora oggi, una città, una società civile e basata sui valori della legalità, accettare che avvengano episodi simili e che rimangano impuniti?”.