“Vi è ampia prova della adesione al modus operandi degli appartenenti al movimento CasaPound nel voler manifestare l’uso della violenza quale metodo di lotta politica e propagandare ed esaltare i metodi del disciolto partito fascista”.
Lo scrive il Tribunale per i Minorenni di Bari nelle motivazioni della sentenza con la quale il 25 gennaio scorso ha condannato a 11 mesi di reclusione (pena sospesa) un giovane attivista barese di CasaPound per riorganizzazione del disciolto partito fascista.
L’imputato, all’epoca 16enne, è fra le 32 persone che furono identificate dopo l’aggressione squadrista del 21 settembre 2018 a manifestanti antifascisti di ritorno da un corteo organizzato a Bari per la precedente visita dell’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini.