“Mentre i mass media nazionali descrivono con pagine e pagine di inchiostro, o con servizi televisivi la vicenda del carcere minorile di Milano in cui secondo l’accusa vengono minuziosamente elencate le torture compiute ai danni dei ragazzi ristretti, solo nelle carceri pugliesi abbiamo assistito negli ultimi giorni ad una serie di aggressioni ai poliziotti da Bari, a Trani, Foggia, Lecce, Taranto curati presso i locali nosocomi con parecchi giorni di guarigione, senza dimenticare le aggressioni più leggere curate nelle infermerie; le violenze verbali, le minacce, a cui sono soggetti gli agenti che giornalmente entrano nelle sezioni detentive. A ciò si aggiungono le risse giornaliere tra gruppi di detenuti che sfruttano la ‘libertà’ di essere aperti, ultima accaduta ieri a Lecce con una cinquantina di detenuti coinvolti”. Inizia così la denuncia del SAPPE, il sindacato autonomo della Polizia Penitenzaria.
“Vogliamo rappresentare che nel 2023, si sono verificati diverse centinaia di episodi gravissimi come la violenza, la minaccia, l’ingiuria, oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale, per finire con oltre un centinaio di aggressioni fisiche al personale di Polizia Penitenziaria finiti in ospedale, ed altre centinaia medicati nelle infermerie, eppoi circa 400 danneggiamenti a beni dell’Amministrazione, compresi celle e Reparti distrutti. Di tutto ciò non si è assolutamente parlato, forse perché nelle 1500 euro al mese ai poliziotti sono comprese le botte, le minacce, gli sputi. Il SAPPE sindacato autonomo polizia penitenziaria, ha sempre condannato tutti gli episodi in cui viene usata la violenza “gratuita” nei confronti dei detenuti, ma non può nemmeno accettare che i processi mediatici con relativa condanna della categoria si basino solo sulle dichiarazioni e sulle prove dell’accusa, senza aver dato la possibilità agli indagati di difendersi e spiegare le loro ragioni. Ma l’Italia non è la patria del diritto in cui una persona deve ritenersi innocente fino alla sentenza definitiva? Ma perché questo circo mediatico pubblicizza tanto questi episodi, e nemmeno una parola per le centinaia e centinaia di poliziotti che ogni anno vengono spediti all’ospedale, e tanti con lesioni gravissime? Come mai si da tanto peso alle accuse dei Pubblici Ministeri eppoi in caso di sentenze di assoluzione nessuno ne parla? Perché quei stessi pubblici ministeri non fanno conferenze stampe con video e foto delle violenze a cui sono sottoposti i poliziotti? Ci sono famiglie di poliziotti penitenziari rovinate per le accuse di alcuni magistrati e della signora Cucchi che per anni hanno vomitato accuse contro la polizia penitenziaria, eppoi quando poi c’è stata la parola fine sul caso Cucchi in cui quei lavoratori penitenziari che hanno sofferto le pene dell’inferno sono stati assolti, nessuno dei grandi giornalisti a partire dal signor Mentana ha ritenuto di dover chiedere scusa a quelle persone additate al pubblico ludibrio anche per colpa loro. E come mai un omicidio commesso da chi dirige lo stato italiano nei confronti di un poliziotto penitenziario morto per tumore ai polmoni per aver inalato per anni il fumo passivo delle sigarette dei detenuti, così come una sentenziato , in nome del popolo italiano, da un giudice di Lecce eppoi ripreso dalla corte di appello sempre del capoluogo salentino, non HA INDIGNATO NESSUNO? Siamo convinti che scaricare tutte le gravi problematiche del carcere alla polizia penitenziaria eppoi censurare tutto quello che avviene nelle carceri, sia un modo di lavarsi le mani da parte della politica poiché addossando a dei poveri lavoratori che prendono minacce e botte senza che nessuno li difende, consente loro di evitare una situazione sgradevole. Purtroppo proprio per questo, le nostre carceri che erano tra le migliori del mondo per le leggi innovative, per la professionalità degli operatori, sono diventate tra le peggiori e le più condannate dalla corte di giustizia europea”.
“Tante domande a cui nessuno risponde. Perché si sono ridotti oltremodo gli organici di poliziotti, educatori, assistenti sociali pur sapendo che ciò avrebbe azzerato la sicurezza ed il cammino di rieducazione dei detenuti? Perché non si è investito in nuove strutture, alcune delle quali sono del periodo borbonico? Perché si sono negati i fondi anche per lavori di manutenzione ordinaria (necessari per le case normali),che avrebbero consentito di puntellare le strutture carcerarie che invece sono diventate fatiscenti? Perché si è passata la sanità dall’amministrazione penitenziaria che aveva costruito negli anni un sistema ben oliato con medici con grande professionalità acquisita nel tempo in grado di gestire in maniera adeguata i detenuti alle regioni che, non sono nemmeno in grado di garantire un assistenza sanitaria normale ai cittadini e per questo hanno fallito in pieno l’assistenza ai detenuti? Perché hanno chiuso gli ospedali giudiziari non prevedendo in concreto dei luoghi ove assistere i malati psichiatrici, invece di scaricarli senza cure adeguata nelle carceri? Sono tante le domande che la censura di stato ha messo a tacere. Ci indignano poi anche le dichiarazioni di quei parlamentari che gridano allo scandalo per un ora passata in un carcere, perlopiù a chiacchierare con un Direttore ed una visita fugace alle sezioni detentive. Invitiamo quegli stessi politici insieme ai loro amici giornalisti a presentarsi senza preavviso in un carcere e passare qualche ora insieme ad un poliziotto che, deve gestire da solo centinaia di detenuti, forse solo allora potrebbero iniziare a capire cosa vuol dire lavorare nell’inferno di un carcere. Comunque un avviso lo facciamo, poiché stiano attenti politici, giornalisti, garanti ecc.ecc., poiché stanno tirando troppo la corda portando all’esasperazione i poliziotti penitenziari che potrebbero stancarsi con la corda che si spezza, per poi consegnare loro le chiavi delle carceri, poiché solo chi conosce il degrado, la disperazione, lo scempio, la violenza, la prepotenza, lo strazio, la prostrazione può comprendere quello che avviene oggi nelle carceri pugliesi e nazionali”.