“In questo momento l’azienda è unita, c’è una voglia di riscatto d’immagine. La nostra azienda non è questo, è un’azienda che lavora, dove ci sono 780 famiglie che vivono per l’azienda. Gettare tutto questo fango su un’azienda di quasi 800 persone per quattro persone che in questo momento sono state raggiunte da un provvedimento mi sembra veramente pesante da affrontare. Vogliamo assolutamente che venga fatta luce”. Queste sono le parole che la presidente dell’Amtab, Angela Donvito, ha rilasciato nei giorni scorsi ai microfoni di Telebari per commentare l’indagine che ha portato all’esecuzione di 130 misure cautelari e dalla quale sono emerse infiltrazioni della criminalità organizzata anche nell’azienda municipalizzata per il trasporto urbano. Per l’Amtab è scattata anche l’amministrazione giudiziaria.
Una presa di posizione che ci ha lasciato piuttosto interdetti. La Donvito, prima di diventare presidente dell’Amtab, ha fatto parte del CdA quando al vertice c’era Pierluigi Vulcano e ha firmato tutto quello che c’era da firmare tra assunzioni e appalti vari. Dichiarazioni superficiali che sono allarmanti. Viene da chiedere se si ha a che fare solo con pura incapacità o se non si è mai vigliato nell’azienda che ora si sta amministrando. Recentemente abbiamo avuto a che fare con la Donvito per la storia della Dacia Stepway, parcheggiata per ore senza grattino in piazza Umberto, con il tagliando Amtab e con la pattacca anti-multa esibita sul cruscotto con la scritta presidente. La sera stessa, dopo la pubblicazione del servizio, la vettura fu spostata. Ma il caso ha scatenato non poche polemiche.
Noi però denunciamo da tempi non sospetti quello che accade nell’Amtab e di storie ne abbiamo raccontate davvero tante. Basta spulciare il sito per rendersene conto. I concorsi truccati e le previsioni azzeccate di mago Antonio, la storia del Polipark e dei cugini dei Decaro, le promozioni fai da te, gli affidamenti diretti, le consulenze fantasma. Negli ultimi giorni è tornato di forte l’attualità il modus operandi dell’Amtab di far riparare bus guasti ad una ditta esterna, nonostante l’esistenza di un’officina, con l’obiettivo di far “volare buste”. E quando in Comune qualcuno chiede a gran voce di fare chiarezza sulla situazione Amtab, l’aula consigliare si svuota.
Ma davvero pensate che la gente sia così stupida da non rendersi conto delle dichiarazioni di facciata? A volte, davanti a certe situazioni, la miglior risposta sarebbe il silenzio. Permettete alla magistratura di fare il proprio corso e magari, solo dopo, intervenite. Giacomo Olivieri è soltanto l’emblema di una città lontana da come viene dipinta dal sindaco Decaro. La nostra speranza è che tutta la verità venga a galla una volta per tutte.
Editoriale
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