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Arif, masseria Cavone chiusa per inagibilità. CSA: “Fumo negli occhi fatto per nascondere gravi inadempienze”

5 Gennaio 2022
– Autore: Eleonora Francklin
5 Gennaio 2022
– Autore: Eleonora Francklin

Chiusa per inagibilità. Nella masseria Cavone, situata nel territorio di Spinazzola, sono state riscontrate criticità strutturali che hanno spinto i vertici dell’Arif (Agenzia Regionale Attività Irrigue e Forestali) alla chiusura. La masseria, come ben noto, dopo un periodo di totale abbandono, è il polo del parco dell’Alta Murgia per la salvaguardia del territorio e contro gli incendi boschivi. I dipendenti in carico presso il Centro Lavorativo Cavone al momento sono stati trasferiti in altre sedi Arif.

Una chiusura che però puzza di bruciato. Soprattutto a Carlo Cirasola, Segretario/Consigliere Nazionale del CSA – Regioni Autonomie Locali, che da tempo denuncia comportamenti abusivi nella condizione aziendale, lavorativa e amministrativa all’interno del Centro Lavorativo Cavone.

Una denuncia inviata ai vertici dell’Arif e della Regione che ben presto si è trasformata in un esposto alla Procura della Repubblica. “Da ottobre 2021 abbiamo reso noto le gravi inadempienze all’interno della masseria Cavone. I dipendenti, come più volte denunciato, non potevano assolvere in modo corretto l’obbligo di registrazione per la manomissione del sistema di rilevazione delle presenza”.

“Inoltre – sottolinea Cirasola – avevamo segnalato anche un’anomalia gerarchica dove vi erano pseudo responsabili che impartivano disposizioni di servizio che tendevano a stressare i lavoratori del Centro Lavorativo. Oltre al fatto che sono stati assunti parenti di dipendenti Arif. Abusi edilizi nei locali aziendali usati sia come garage di amezzi privati, ma soprattutto come locali per lavorazione e o conservazione di alimenti, come formaggi e salumi. Per non parlare degli abusi in ordine alla sicurezza sanitaria in piena pandemia”.

“Insomma comportamenti illeciti che adesso Arif vuole nascondere con la chiusura per inagibilità della masseria Cavone. Un modo per nascondere la polvere sotto al tappeto che, grazie all’esposto in Procura, prima o poi verrà fuori. Il nostro lavoro – conclude – andrà avanti e confidiamo nella magistratura affinché venga aperta il prima possibile un’inchiesta su questi illeciti”.