Se per il ministero dell’Economia la legge regionale sulla riforma Arpal, che prevede la decadenza di Massimo Cassano come direttore generale, violerebbe tre articoli della Costituzione, in Puglia continua a sortire i suoi effetti. Mentre Massimo Cassano, ex dg Arpal, esultava per il parere positivo arrivato da Roma, dall’agenzia veniva disattivato il suo badge. Cassano, consigliato dal suo avvocato, continua ad andare a lavoro perché non ha mai ricevuto la lettera di licenziamento. Il contratto di lavoro privato scade a dicembre 2023. Nel frattempo la commissaria Silvia Pellegrini ha messo in atto una serie di disposizioni che escludono Cassano dalla gestione dell’ente. Indipendentemente dalla legge, Cassano dovrà ricevere il suo intero compenso, 150mila euro annui, e nel frattempo attende l’esito del ricorso presentato al Tar.