Massimo Cassano, l’ex direttore generale dell’Arpal, trascina la Regione Puglia in Tribunale. I motivi sono quelli di aver perso lo stipendio di oltre un anno e le indennità di risultato ma anche di aver subito uno “scompenso psicologico”. La richiesta di risarcimento danni ammonta a 420mila euro, come riportato da La Repubblica.
È questo l’ultimo capitolo della battaglia giudiziaria nata nell’ottobre 2022, quando il Consiglio regionale approvò la proposta di legge che cambiò l’assetto societario dell’Arpal, facendo decadere proprio il dg. Cassano non ha ricevuto nessun provvedimento di licenziamento, ma qualche giorno dopo gli fu impedito di accedere alla mail istituzionale e di svolgere le sue attività. L’ex dg sostiene di essere stato vittima di una campagna mediatica orchestrata per provocargli un danno di immagine, ma non solo. Ha presentato anche una documentazione medica per dimostrare lo “scompenso psicologico” provocato dalla vicenda.
Cassano, che non ha ottenuto ragione dal Tar e dal Consiglio di Stato nei precedenti ricorsi, non è sceso in campo in prima persona in vista delle elezioni Comunali in programma nel prossimo weekend a Bari ma suo figlio, Nicola Massimo Cassano, è candidato con il centrodestra alla presidenza del Municipio I.