“Francamente avevamo sperato che la mancata nomina del CdA dell’ARPAL non fosse dovuta a una mancanza di accordo all’interno della maggioranza su come spartire le poltrone, ma perché il presidente Emiliano aveva deciso di tagliare, per una volta tanto, un’agenzia regionale e quindi far risparmiare ai pugliesi il costo del suo ‘poltronificio’. Non solo, avevamo francamente pensato che sempre il presidente Emiliano, rispettoso del ruolo legislativo che svolge il Consiglio regionale, ma ancor più rispettoso nei confronti di un’iniziativa legislativa di Fratelli d’Italia, forza di opposizione, aveva deciso di soprassedere alle nomine in attesa che la Commissione prima, e poi la massima assise si esprimesse sull’abolizione dell’ARPAL, del resto se viene abolita l’agenzia ‘madre’ ANPAL che senso ha – se non quella di dividere poltrone – mantenere in vita quella regionale?”. Inizia così la nota del gruppo regionale di Fratelli d’Italia (il capogruppo Francesco Ventola e i consiglieri Caroli, De Leonardis, Gabellone, Perrini e Picaro)
“Ma dopo otto mesi di commissariamento dell’ARPAL ecco, invece, che spuntano le nomine. Non entriamo nel merito delle competenze – almeno non in questa fase, valuteremo i CV e capiremo se sono stati scelti quanto meno professionisti del Lavoro e della gestione dei Centri per l’Impiego, oppure se la scelta è stata fatta in termini di consenso elettorale – ma da quello che ci appare, leggendo articoli di stampa, è che quello che è pesato di più nella scelta delle persone è stata l’appartenenza politica e la volontà, per qualcuno, di mantenere ancora il ‘potere di controllo’ sull’agenzia, che indubbiamente ha portato più benefici elettorali al centrosinistra che lavoro ai disoccupati pugliesi – conclude il partito -. Fratelli d’Italia, per questo, sollecita il presidente del Consiglio Capone a calendarizzare subito nella Commissione competente la PdL presentata: metteremo alla prova la maggioranza di centrosinistra, quella che si è ‘beata’ di aver mandato a casa l’ex direttore generale e capiremo quanta volontà c’era di fare gli interessi della Puglia e quanta, invece, quelli del partito di appartenenza”.