La Cassazione ha respinto la richiesta della difesa e ha confermato la condanna a 9 anni, 3 mesi e 25 giorni inflitta all’ex gip barese, Giuseppe De Benedictis, dalla Corte d’Appello di Lecce per traffico, ricettazione e detenzione di armi ed esplosivi di guerra. Ritoccata leggermente invece la pena inflitta al proprietario dell’immobile in cui fu ritrovato l’arsenale: la condanna inflitta ad Antonio Tannoia passa da 8 anni, 7 mesi e 20 giorni a 8 anni.
All’interno dell’immobile, un deposito sotterraneo di una masseria di Andria, furono ritrovate oltre 200 armi tra fucili mitragliatori, fucili a pompa, mitragliette, kalashnikov, armi antiche e storiche, pistole, esplosivi, bombe a mano e persino una mina anticarro, oltre a circa 100mila munizioni. De Benedictis, nel corso degli interrogatori, ha rivelato ai magistrati della Procura di Lecce i nomi dei Carabinieri e dei militari che lo avrebbero aiutato nel trasporto di arme illegali nella masseria. Armi che risultavano distrutte ma che in realtà erano finite nelle sue mani, l’ex giudice ha accusato diversi professionisti come colleghi, forze dell’ordine e anche alcuni pm della Procura di Lecce incaricata delle varie indagini.