“Innanzitutto mi presento, sono Gabriele, il marito di Feliciana. Da un po’, causa vicissitudini familiari, ho deciso di sospendere il mio unico account social (facebook), motivo per cui mi sono fatto prestare questo spazio dagli amici della libreria Zaum (che ringrazio di cuore). Sto già attraversando il periodo più buio della mia vita, in più, leggere articoli giornalettistici su mia moglie è come girare il coltello nella piaga. Roba da sadici e/o cacciatori di like. Metà del tuo post, è un virgolettato che riprende le grandi testate succitate, le quali (come te o il tuo web staff) hanno avuto poca cura nello scegliere le fonti, o peggio ancora, le grandi testate hanno voluto romanzare appositamente la cosa per qualche click in più. Mia moglie ha scoperto il tumore solo dopo aver partorito la nostra secondogenita e si è sempre sottoposta a tutte le cure previste”.
Inizia così il post pubblicato sui social da Gabriele, il marito di Feliciana Chimenti, storica artigiana del quartiere Madonnella scomparsa all’età di 44 anni nei giorni scorsi. “L’amore di mia moglie era, ed è immenso, verso i nostri figli, verso di me e verso gli ultimi, i più sfortunati, tipo quelli che si imbarcano perchè hanno 2 alternative: morire a casa propria di fame/stenti/guerra e imbarcarsi (essendo anche al corrente dei rischi del viaggio) nel tentativo di svoltare e cambiare vita – si legge nel post rivolto al vicepremier Salvini -. Noi (io e la mia famiglia), siamo il tuo OPPOSTO, bianco/nero, nord/sud, destra/sinistra, salato/dolce. Per cui, se mai dovessimo stilare un elenco di persone da cui non vogliamo abbracci, pietà, compassione, non te la prendere, ma il tuo nome sarebbe sicuramente sul podio. Un’ultima cosa, sai la bambina da voi citata come si chiama? CAROLA. Nome ispirato da 3 guerriere, le due nonne (Carmelina/Laura) e Carola Rackete !!! Te la ricordi, vero…??? Vado, devo ricomporre i pezzi”.