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Asl Bari, l’amministratore D’Addario sospeso da Sanitaservice: è stato condannato a 3 anni per peculato

19 Novembre 2024
– Autore: Raffaele Caruso
19 Novembre 2024
– Autore: Raffaele Caruso

La Asl di Bari ha sospeso l’amministratore unico di Sanitaservice, Fabrizio D’Addario. Il 30 ottobre è stato condannato dal Tribunale di Bari a 3 anni di reclusione per peculato. La vicenda risale al 2016 quando era direttore generale di Amgas spa, società riconducibile al Comune di Bari. Secondo l’accusa avrebbe svolto il ruolo di intermediario tra l’imprenditore barese Nicola Mininni e l’Amiu, altra società partecipata del Comune, per far rimuovere gratuitamente alcuni rifiuti ingombranti dal cantiere su viale Pasteur dove la ditta di Mininni, la Mi.Edil., doveva realizzare un complesso residenziale. D’Addario ha notificato al direttore facente funzioni Luigi Fruscio il dispositivo della sentenza. L’azienda è stata affidata per l’ordinaria amministrazione al sindaco unico Antonio Costa. L’Asl dovrà valutare anche la rescissione del contratto.

Per la stessa vicenda sono stati condannati alla stessa pena anche l’imprenditore Nicola Mininni e Nicola Ferrara (caposquadra Amiu). Assolto per non aver commesso il fatto l’allora capo area servizi esterni di Amiu Antonio Ventrella. Le operazioni sarebbero state effettuate con mezzi e personale Amiu senza documentare l’attività svolta e senza regolare fattura. Sono stati impegnati per quattro giornate lavorative due mezzi scarrabili, un mezzo ribaltabile, una pala meccanica, un mezzo ragno, cinque autisti e due manovali per la raccolta e il successivo trasporto in discarica dei rifiuti. L’ammontare della spesa è di 8mila euro, cifra non riconosciuta dall’impresa. Nei confronti dei tre imputati condannati, interdetti in perpetuo dai pubblici uffici, è stata anche disposta la confisca di 9mila euro, equivalente al profitto del reato. I tre sono stati anche condannati a pagare la stessa somma ad Amiu a titolo di riparazione pecuniaria. L’ormai ex amministratore unico di Sanitaservice era anche tra i 9 idonei alla nomina a direttore generale della Asl che a questo punto diventa inconferibile secondo la legge Severino.