A far scattare l’inchiesta sul “desolante e inquietante giro di prostituzione minorile” (così viene definito dal gip Giuseppe Ronzino), che ha portato nella giornata di ieri a 10 misure cautelari, è stata la mamma di una 16enne, preoccupata per il comportamento della figlia “ribelle” dopo il ritrovamento di un pezzetto di hashish. Ha chiamato la Polizia e da lì è stato ricostruito l’intera vicenda.
La 16enne infatti, dopo un po’ di resistenza, aiutata da psicologhe pediatriche, ha confessato il giro di prostituzione minorile e di essere stata “costretta” dietro la minaccia di vedere diffuse su internet sue foto compromettenti. A farlo Nicola Basile, 25enne con precedenti per truffa online e figlio di un poliziotto in servizio a Bari.
“Lui faceva delle truffe online quando sono iniziate ad andare male le truffe lui ha incominciato a propormi di prostituirmi. Nel frattempo, mi dava 300 euro per avere dei rapporti con lui. In seguito, organizzò tutto per farmi prostituire, prese un telefono dedicato, trovava i b&b. Mi convinse a chiamare una mia amica di scuola che partecipò anche lei in un paio di circostanze ad appuntamenti sessuali a pagamento”, le parole della ragazzina.