“Pretendono uno stipendio da responsabile, nonostante non si abbia esperienza, solo perché il reddito di cittadinanza garantisce dai 700 agli 800 euro. Non si scomodano neanche a venire a fare il colloquio perché nel cartello di annuncio non viene specificato il tipo di contratto, le ore di lavoro e la retribuzione, quando da che mondo e mondo queste informazioni vengono date in sede. In più appena sanno che si tratta di dover fare turni, dare una disponibilità piena e lavorare anche la domenica, si tirano indietro perché è meglio stare a casa. Parliamo di ragazzi intorno ai 20 anni che non sanno cosa significa lavorare perché gli viene garantito uno stipendio senza fare nulla. Il reddito di cittadinanza, come era stato detto all’inizio, doveva essere vigilato. Alla terza offerta di lavoro rifiutata, avevano detto che sarebbe stato tolto. Purtroppo nessuno ha mai vigilato e noi ci ritroviamo a dover fare i conti con la mancanza di personale e a dover ricoprire i turni in pochi”.
Uno sfogo legittimo quello da parte della responsabile di un bar di Lecce. L’annuncio è stato pubblicato sui social a metà maggio e ad oggi sono arrivate pochissime candidature, per lo più di persone che non hanno mai lavorato nel mondo della ristorazione. Come ha sottolineato Barbara, nessuna candidatura, anche quella di gente non qualificata, viene cestinata, anzi, proprio per la scarsa disponibilità di personale, vengono presi in considerazione tutti per attivare così un percorso di formazione.
Il reddito cittadinanza è un tema bollente che divide l’opinione pubblica. In molti accusano i datori di lavoro di sfruttare il personale, dall’altro lato, invece, viene sottolineato come il reddito di cittadinanza sia stato dato a tutti, senza fare distinzioni di età, patologie o problemi personali. Obiettivamente un ragazzo di 20 anni che non ha mai lavorato nella sua vita se continua a percepire uno stipendio senza mai aver alzato un dito, sceglie l’ozio al lavoro, o pretende che gli venga dato uno stipendio che un 30enne ad oggi ha ottenuto solo grazie a una lunga gavetta fatta di sacrifici. Senza escludere poi il lavoro a nero che con il reddito di cittadinanza sta aumentando esponenzialmente proprio perché chi lo percepisce preferisce non aver alcun tipo di contratto per continuare ad intascare il secondo stipendio qual è il reddito di cittadinanza.
Reddito di cittadinanza dato a chi non ne ha davvero bisogno e lo sfruttamento sul lavoro sono due questioni agli antipodi e sbagliate in egual modo. Come sempre la soluzione sta nel mezzo e solo con un adeguato controllo, come era stato auspicato all’inizio, si potrebbe trovare un accordo. Purtroppo non è sbagliato dire e pensare che ormai si è persa la concezione del lavoro.