Terremoto politico a Bari. Nella giornata di ieri è stata nominata la commissione di accesso finalizzata a verificare una ipotesi di scioglimento del Comune dopo la maxi inchiesta della Dda di Bari che ha smascherato l’infiltrazione mafiosa nel tessuto politico, economico e sociale del capoluogo pugliese. Al centro delle indagini l’elezione con voto di scambio politico-mafioso di Maria Carmen Lorusso, candidata alle Comunali del 2019 nel centrodestra e poi passata in maggioranza, e le assunzioni di persone vicine alla criminalità organizzata nell’Amtab, azienda di trasporto pubblico barese nelle mani del Comune.
Oggi alle ore 12, a Palazzo di Città, il sindaco di Bari Antonio Decaro terrà una conferenza stampa per parlare della procedura della Commissione d’accesso dopo lo sfogo social di ieri sera. Quali sono i possibili scenari? Da una parte c’è la possibilità che il Comune di Bari possa essere sciolto per infiltrazioni mafiose, una valutazione che può essere indipendente da quello che le autorità giudiziarie diranno. Tutto parte dal Prefetto che può dare avvio alla procedura dopo aver sentito il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica e il procuratore della Repubblica. Il ministro dell’Interno, nel Consiglio dei ministri, può avanzare la proposta di scioglimento, ma sempre dopo la proposta del Prefetto. Se non fosse d’accordo con le conclusioni del Prefetto però potrebbe emettere un provvedimento di mancato scioglimento.
Come funziona l’insediamento e la composizione di una commissione? Il Prefetto può chiedere al Ministero l’istituzione di una terna di commissari qualora ci siano “concreti, univoci e rilevanti elementi di ingerenza compromissoria dell’attività amministrativa del Comune”. A farne parte sarebbero tre commissari con diverse professionalità. La commissione, una volta insediata, può acquisire tutti gli atti e fissare audizioni. A questo punto viene riferito tutto al Prefetto che deve mandare una proposta al Ministero dell’Interno. Le strade sono tre: lasciar continuare l’attività amministrativa, chiedere un’ulteriore verifica o proporre lo scioglimento. A questo punto la proposta del Prefetto viene portata dal Ministro dell’Interno (se non fosse d’accordo con le conclusioni del Prefetto però potrebbe emettere un provvedimento di mancato scioglimento) nel Consiglio dei ministri per la deliberazione. Il decreto finale è firmato dal Presidente della Repubblica. Sullo sfondo resta in piedi anche l’ipotesi annullamento/slittamento delle elezioni tra 18 mesi (massimo 24). Allo stesso tempo le votazioni imminenti potrebbero risultare decisive nel giudizio finale del Prefetto.