“Il bollettino delle morti per strada si è allungato con il nome di un’altra vittima, investita da un autobus mentre attraversava la strada. Tutti siamo chiamati al cordoglio per il dolore che la sua famiglia sta vivendo in queste ore ma presto questo sentimento lascerà il posto alla paura e alla rabbia. Perché non si può morire mentre si attraversa la strada”. Inizia così il post del sindaco di Bari Antonio Decaro su quanto accaduto ieri mattina in via Capruzzi, angolo viale Ennio, dove in uomo di 87 anni è morto dopo essere stato investito da un pullman.
“Non si può morire per colpa di un messaggino sul cellulare, di un bicchiere di troppo o di qualche minuto di ritardo che ci fa spingere il piede sull’acceleratore. Oggi siamo tutti giudici dei comportamenti altrui. Davanti all’ennesimo episodio tragico – sottolinea il primo cittadino – chiediamo giustizia e più controlli. È giusto. Vorrei anche io come tutti voi più giustizia e più controlli. Ma non ci potrà mai essere un agente delle forze dell’ordine ad ogni angolo della città, né nessuna pena potrà restituire le vittime alle loro famiglie”.
“Noi però – continua – abbiamo il dovere di agire per fare in modo che la situazione cambi. Per questo continueremo ad allargare le aree in cui il limite di velocità è di 30 km/h, aumenteremo i controlli con il telelaser sugli itinerari di scorrimento, continueremo a restringere la larghezza delle strade con interventi di traffic calming che costringano i veicoli a rallentare. Ciò che non potremo fare, invece, è essere in ogni automobile che circola in città, per ricordare che distogliere lo sguardo dalla strada per soli 2 secondi anche a 50 km/h significa percorrere 28 metri “alla cieca”.
Quello che non possiamo fare è impedire agli automobilisti di accelerare in prossimità delle strisce pedonali o con il semaforo giallo. Quello che non possiamo fare è essere a bordo di tutti i motorini che procedono a zig zag tra le auto in fila, che sorpassano dal lato sbagliato”.
“Non lo possiamo fare perché nessuno può sostituirsi a chi alla guida non rispetta le regole evitando quell’impatto che si trasforma in una tragedia. Questo è un atto di accusa contro automobilisti e motociclisti? È un atto di accusa contro chi non pensa che la sua distrazione può valere una vita umana. Perché morire per strada – conclude – non può e non deve essere una possibilità da contemplare la mattina quando si esce di casa”.