“Sono disperata, senza assistenza domiciliare non so proprio come fare con le medicazioni e i lavaggi a cui mia figlia dovrà sottoporsi. Spero che la Asl di Bari possa tornare sui propri passi e riconoscerle questo prezioso supporto”. Teresa Catalano è la mamma di Paky, la bimba di 7 anni di cui ci occupammo circa 4 anni fa, quando fu sottoposta a un trapianto fecale. La vita della piccola, che abita al quartiere San Paolo di Bari, non è mai stata semplice, ha sempre avuto bisogno di cure particolarmente delicate.
Negli ultimi due mesi, però, la situazione di Paky si è ulteriormente complicata, tanto da essere costretta a un periodo di ricovero anche fuori regione, nell’ospedale di Alessandria. “A Paky è stato montato un catetere con cui dovrà convivere per almeno un anno – spiega mamma Teresa -. Ogni venti giorni deve essere medicata e abbiamo fatto domanda per l’assistenza domiciliare. Eravamo convinti che domani ci sarebbe stato il primo intervento dell’infermiere, ma siamo stati avvisati cha a Paky non spetta questo genere di assistenza. Un grande disagio, perché non sappiamo come altro fare, anche in considerazione delle risposte che abbiamo avuto da alcuni ospedali cittadini”. Nel caso di una medicazione inadeguata, il rischio che si possa otturare il port è altissimo. “Ho paura – continua la mamma – mia figlia corre grossi rischi, non possiamo fare a meno di un’assistenza specifica dopo tutto quello che ha passato Paky”.
La situazione potrebbe risolversi nelle prossime ore, anche grazie all’intervento dei vertici della Asl di Bari, che potrebbero sbloccare lo stallo dettato a quanto pare da una fredda lettura delle carte. “Non è possibile che si debba sempre fare rumore per riuscire a ottenere un diritto – conclude Teresa -. Stiamo vivendo un momento davvero complicato e sarebbe un sollievo poter contare sul supporto delle istituzioni. Spero che già stamattina Paky possa essere medicata a casa”.