“Una mia parente, fa accesso ad uno dei Pronto Soccorso di Bari nella mattinata di qualche giorno fa. In questo momento chiamo mia madre per avere notizie circa lo stato di salute della persona ed apprendo con sommo dispiacere e dolore che da due giorni, e oggi sarebbe il terzo, la persona è ancora lì, seduta su una poltrona, in attesa che si liberi un posto da qualche parte”.
Inizia così il post di un nostro lettore scritto il 24 febbraio. “Oltre al senso di profondissimo dolore, la rabbia, mille pensieri, mille domande mi assalgono – si chiede -.
Una persona, un essere umano, merita questo? Una persona che lavora da 50 anni e che ha riempito le casse dello stato di imposte negli anni, senza chiedere mai nulla allo stato merita questo? Un padre che ha vissuto per i figli, come ogni genitore, e che oggi non c’è più e che non può far nulla, cosa farebbe nel vedere il proprio figlio/a in una situazione del genere? Un coniuge, un figlio quanta calma e pazienza devono avere per non commettere qualche gesto insano dinanzi ad una situazione del genere? Un uomo che può fregiarsi di titoli ed incarichi di gestione della cosa pubblica, in questo caso la sanità, che coscienza ha per permettere questo scempio? Se non capace, o impossibilitato, perché non si dimette, salvando così la sua coscienza?”.
“Queste e tante altre domande – conclude -. Non è una strumentalizzazione politica. Nel modo più assoluto. Sono tutti esattamente uguali. Non cambia niente.
Siate Uomini, con la maiuscola. Siate onesti e leali. Questo solo posso dire. Vergogna, vergogna, vergogna, vergogna”.