Ricaricare le bombole di gas per uso domestico ai distributori stradali è vietato ma anche estremamente pericoloso. Si tratta purtroppo di una pratica diffusa nel Barese, proibita e punita dalla legge (articolo 18 del Decreto legislativo n.128 del 22 febbraio 2006) che mette a repentaglio la propria vita e quella di chi ci sta intorno.
Abbiamo pizzicato un benzinaio che, dopo aver inizialmente negato il tutto, ci ha confermato il tutto giustificandosi e dandoci una sua versione. Facciamo chiarezza su questa delicata e pericolosa faccenda.
Le bombole per uso domestico vengono ricaricate secondo un protocollo specifico: le cosiddette giostre riforniscono le bombole tenendo scrupolosamente conto del peso del GPL immesso, lasciando all’interno del contenitore il necessario spazio per compensare la pressione al variare della temperatura. Il GPL nelle bombole è una miscela bifasica di gas liquefatto e gas aeriforme; quando il contenitore viene riempito la parte liquefatta è preponderante, via via che si utilizza il gas la fase gassosa aumenta fino all’esaurimento del GPL.
Per questioni di sicurezza è fondamentale non superare una certa percentuale di fase liquida all’interno della bombola, indicativamente l’80%, lasciando il 20% alla fase gassosa. Inoltre, la ricarica presso i centri specializzati avviene dopo un controllo delle condizioni della bombola e dei suoi sistemi di sicurezza e della valvola. Ricaricandola al distributore stradale manca di certo questa fase preventiva, la procedura di riempimento non consente il controllo del livello di liquido immesso nella bombola.