Ci sono luci e troppe ombre sul famoso bus comprato coi soldi del Covid dall’Istituto alberghiero, audiovisivo e ottico Majorana di Bari. La preside Paola Petruzzelli, in una telefonata al quanto frettolosa, ha replicato a quanto da noi denunciato. Ciò che ci ha detto, però, non ci ha convinto del tutto e come nostro solito abbiamo continuato a indagare.
Sappiamo, come raccontato più volte, che sulla questione del bus ci sono state 3 determine, ma in nessuna viene fuori la cifra detta dalla preside. Inoltre il bus è stato acquistato, come ben noto, con le risorse Covid. Una spesa affrontata in piena pandemia, nel 2020, quando tutti gli studenti erano in dad. Quindi la domanda è d’obbligo: perché spendere oltre 80mila euro per un bus che in quel momento non serviva? Per giunta tra le attrezzatura che si potevano acquistare con le risorse Covid non c’era nessuna voce che riguardasse un pullman.
Tra le varie cose ci sono anche l’assunzione di un autista qualificato, ma impiegato come amministrativo, e l’uso del pullman non per accompagnare i ragazzi in varie località, come a Tropea dove è stato usato un pullman esterno.
Ci sono troppi aspetti che la preside non è riuscita a chiarire e per questo chiediamo quanto meno una intervista faccia a faccia dove può finalmente spiegare tutte le vicissitudini da noi denunciate, partendo dai laboratori usati da una pasticceria esterna e finendo con l’acquisto del pullman.