“Antonio ti prego solleva il problema, prima che qualcuno di noi decida di farsi giustizia da solo e possa compromettersi”. A chiedere il nostro aiuto è un inquilino dello stabile al numero 71 di via Brigata Regina, a Bari. Da qualche mese la convivenza con Aldo, un 57enne, rischia di precipitare da un giorno all’altro. I residenti accusano l’uomo di mettere la cacca nelle cassette delle lettere, di farsi vedere in mutande o addirittura nudo fuori dalla porta di casa e di lasciare in bella mostra biglietti con pesanti minacce. Una situazione delicatissima, che abbiamo voluto verificare personalmente andando sul posto.
Non senza paura ci è stata confermata la segnalazione, ma abbiamo voluto sentire anche Aldo, un nostro attento lettore. L’uomo ci ha fatto entrare in casa, in condizioni igieniche preoccupanti. Sul tavolo, accanto al piatto di pasta preparato per il pranzo, c’era anche una trappola per topi: un pezzo di cartone su cui erano stati messi colla e formaggio. In una bacinella, nel bagno, gli escrementi dei ratti. Non abbiamo potuto fare a meno di notare la gommapiuma usata come materasso piena di buchi di sigaretta. Sul pavimento, invece, una grande quantità di cicche e cenere. Aldo dice di essere seguito da professionisti, assistente sociale e psichiatra, che adora. Allo stesso tempo ci chiede di diffondere il suo appello: “Lasciatemi in pace e non succederà niente”.
Alcuni inquilini per un lungo periodo lo hanno aiutato e sostenuto, ma la situazione è degenerata e le richieste sono diventati ordini, pretesi con perentorietà ed eccessiva insistenza. La situazione pare sia arcinota, ma evidentemente – come ci è capitato più volte di constatare – sembra che le istituzioni preposte non conoscano quelle condizioni di vita. Aldo sostiene anche di essere un grande esperto di krav maga, il leggendario sistema di difesa personale israeliano. “Potrei uccidere qualcuno semplicemente toccandolo, ma non posso attaccare – continua l’uomo – potrei agire solo se minacciato da 7/8 persone. Potrei farlo senza farmene accorgere, così come potrei tenere testa a centinaia di soldati russi o ucraini”. I residenti si sentono minacciati, ma sembrano condannati a dover subire questa convivenza non potendo fare nulla. In questi casi non resta che aspettare una tragedia. Recentemente un inquilino ha rischiato di compromettersi, ma per fortuna ci ha ripensato, evitando di passare dalla discussione verbale alle mani.