“Se tornassi indietro non lo rifarei”. A parlare è un ex pentito barese che dopo 11 anni ha deciso di uscire dal programma di protezione testimoni. Non lo ha fatto per tornare a delinquere, ma perché con soli 400 euro al mese non riesce a sopravvivere. “Lo Stato dovrebbe aiutarti anche a trovare un lavoro, ma in realtà ti abbandona al tuo destino”. Una storia che esce proprio all’indomani della pubblicazione del resoconto della Direzione Investigativa Antimafia che ha sottolineato come nel barese i clan siano in lotta per l’egemonia del territorio.
“Viviamo in una casa talmente umida che ha fatto venire la bronchite alla figlia di mia moglie. In più ad agosto nasce mio figlio e non posso pensare che possa vivere in questa casa. Io non posso fare nulla. Ogni giorno cerco lavoro, ma per i miei precedenti nessuno mi assume. Inoltre per il fatto che ormai sono un infame, nonostante i veri sono quelli non ci mettono la faccia restando nel clan, mi devo guardare le spalle ogni giorno”.
“Lo Stato ti convince a farti diventare collaboratore di giustizia, promettendoti protezione e una nuova vita, ma non è vero niente. Sono stato abbandonato al mio destino. Abbiamo anche chiesto una casa popolare, ma secondo me neanche in quel caso ci aiuteranno. Sono costretto a vivere alle spalle della mia compagna, facendomi sentire una nullità. Non posso nemmeno chiedere la residenza, non ho neanche il medico di famiglia. Sono un fantasma. Quando non ho un soldo in tasca, penso di tornare a fare qualche rapina, ma poi per fortuna che c’è mia moglie che mi convince a stare fermo. Io non voglio tornare ad essere quello di prima, ma senza dignità non si può vivere e la malavita è l’unica strada”.