La Corte di Appello di Bari ha confermato la sentenza di fallimento per Villa Camilla sottolineando che “formalmente è una società sportiva dilettantistica ma è sempre stata connotata da un carattere commerciale”. È stato quindi rigettato il reclamo presentato dall’amministratore unico della società, Sergio Carabellese, in cui contestava la natura commerciale riconosciuta dai giudici in merito alla realizzazione di Villa Camilla su suolo pubblico, con concessione del Comune. La Procura, come si evince su Repubblica, aveva chiesto il fallimento in base allo stato di insolvenza pari a 2.1 milioni di debiti erariali e a un patrimonio negativo di uguale somma. La stessa Guardia di Finanza, passando al setaccio la documentazione e i bilanci, aveva qualificato la società come commerciale. In un primo momento Villa Camilla aveva gestito l’impianto sportivo in convenzione con il Comune, senza fini di lucro, ma nel luglio 2013 aveva stipulato un contratto con la società Fwa ssd che gestisce la struttura che comprende palestre, piscina e hammam. Il canone di locazione, pari a 200mila euro, per il Tribunale caratterizza l’attività di Villa Camilla a “fini di lucro” e quindi non può godere delle agevolazioni che spettano alle società dilettantistiche.