Fin dal giorno del suo insediamento abbiamo chiesto a Sabino Persichella, nuovo presidente dell’Amtab (Azienda municipalizzata per il trasporto pubblico Barese) di concederci il piacere di un’intervista. Finora non è stato possibile, pur avendo ascoltato e letto alcune sue dichiarazioni altrove. Le nostre domande, come spesso succede, non sono concordate e forse c’è bisogno di tempo o di ordini per accettare un invito così sconveniente. In attesa di sapere effettivamente come stanno le cose all’interno dell’azienda ancora a pezzi, ma soprattutto di conoscere se l’amministrazione comunale intende in qualche modo chiedere conto al suo predecessore Pierluigi Vulcano, per una gestione discutibile, abbiamo cercato di approfittare di una ghiotta occasione. In piazza Libertà c’erano tutti o quasi i dirigenti dell’Amtab: l’ingegner Giuseppe Ruta (Capo area esercizio – parametro 250); Vito Pavone (Capo ripartizione manutenzione – parametro 230); Arcangelo Scattaglia (Capo area servizi informatici – parametro 250); Francesco De Pascale (Capo Ufficio movimento – parametro 210). Avremmo voluto trovare anche Daniele Vasile (Capo officina – parametro 230), ma così come il sindaco di Bari, Antonio Decaro, non siamo riusciti a notarlo. La Menarinibus, azienda leader nella fabbricazione di bus, presentava il suo mezzo elettrico, con la speranza potesse interessare all’Amtab anche grazie ai cospicui finanziamenti messi a disposizione della Regione Puglia.
Abbiamo provato a chiedere indicazioni sul perché ogni giorno almeno 20 bus, con punte di 33 secondo quanto siamo riusciti a sapere, non vengono messi per strada. Un danno ingente per i pendolari, ai quali si continua a buttare fumo negli occhi. Solo per fare un esempio gli abbonamenti a 20 euro per pochi di loro. Una situazione grottesca alla quale nessuno risponde. I mezzi fermi ai box hanno anche la conseguenza di tenere fermi negli stessi box anche un numero analogo di autisti pagati coi soldi pubblici per non fare nulla durante tutto il turno di lavoro. Ironia della sorte, al netto dei mezzi scassati ce ne sono altri rimasti inoperosi perché chi di dovere – ancora una volta – ha scordato di fare per tempo il collaudo delle bombole del metano. Una continua disfatta in un’officina sempre più in difficoltà. In compenso, per chi non lo sapesse, segnaliamo la straordinaria ascesa del suo capo, l’ingegnere Daniele Vasile, entrato con un parametro già molto alto e nel giro di pochi mesi, salito fino al parametro 230 con un concorso molto discusso, apparentemente cucito addosso per ammissione dello stesso ex presidente Vulcano, senza dimenticare al 100% del contratto aziendale ricevuto sin dal primo giorno mentre altri ci mettono 15 anni. Insomma, all’Amtab sembra non essere cambiato nulla. Aspettiamo alla porta, con la speranza di ricevere risposte senza dovercele andare a prendere noi a nome di tutti i cittadini baresi che hanno tolto da un pezzo l’anello al naso. Buon viaggio a tutti.