Nemmeno Antonio Decaro era riuscito nell’impresa di essere eletto con oltre il 70% dei voti. Traguardo tagliato dal suo ex capo di gabinetto, Vito Leccese, ieri ha vissuto il primo giorno con la fascia tricolore. Una giornata iniziata all’alba, proseguita nel suo comitato dove ha incontrato numerosi cittadini, seguita da una passeggiata in centro per raggiungere Palazzo di Città. In Comune l’accoglienza di alcuni dipendenti e il saluto agli amici del bar interno dove gli è stato offerto il “caffè leccese”, con latte di mandorla.
Un esordio soft in attesa di impegni più pressanti. In Consiglio comunale Leccese potrà contare su una maggioranza ampia: oltre ai 22 consiglieri comunali conquistati dal centrosinistra su 36, a cui si aggiungono i sei eletti dalla coalizione che fa capo a Michele Laforgia, appoggiato al primo turno da M5s, Sinistra italiana e civiche. Pur non essendoci stato un apparentamento ufficiale, Leccese e Laforgia hanno annunciato un’alleanza politica che, di fatto, porta il centrosinistra a poter contare su 28 consiglieri.
Una maggioranza nel complesso però molto variegata composta da 10 gruppi, che potrebbe quindi essere difficile tenere insieme: Pd, il più numeroso con 10 eletti, lista Decaro per Bari (5 eletti), lista Con (3), Leccese sindaco (2), Progetto Bari (1), Noi Popolari (1), Laforgia sindaco (2), M5s (1), Bari Bene Comune (1), Bari città d’Europa (1), più Michele Laforgia stesso. Tante anime, tante aspettative e il pressing per la giunta è cominciato. Il neo sindaco intende aspettare la proclamazione e la definizione della composizione del Consiglio “e poi – spiega all’ANSA – avvierò come da intese una interlocuzione con Michele Laforgia per riprendere il confronto al tavolo della coalizione di centrosinistra allargata, discutere del programma condiviso e individuare un percorso che ci porti alla costruzione della squadra di governo”. “Quello che posso dire – aggiunge – è che sarà un mix tra competenza, esperienza, professionalità, passione e parità di genere. Un po’ come abbiamo già fatto, con grande spirito innovativo, portando cinque donne alle presidenze dei municipi”.
E poi c’è l’altro tema, quello della commissione di accesso inviata dal ministero dell’Interno dopo 130 arresti per voto di scambio. Il lavoro dei tre commissari non è ancora concluso e serviranno almeno altri 2-3 mesi anche se i fatti riguardano la precedente legislatura.